Il porto di Palermo non è più solo un punto di arrivo e partenza, ma il simbolo di una rinascita urbanistica e strategica che sta trasformando l’intera città. Grazie a una visione innovativa e una gestione lungimirante, l’area portuale è diventata un motore di sviluppo economico e culturale, integrando perfettamente il mare con la vita urbana. Tutto ha preso avvio nel 2017, con l’arrivo di Pasqualino Monti alla guida dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale. Sotto la sua supervisione, il porto è stato al centro di un profondo rinnovamento infrastrutturale e funzionale, che lo ha reso un vero e proprio modello di gestione.
Dottor Monti, qual è la nuova idea sottostante al porto di Palermo?
“Oggi a Palermo il waterfront è un luogo polifunzionale dove il lavoro incontra il tempo libero, l’architettura celebra l’ambiente e la tecnologia abbraccia la sostenibilità. È uno spazio vivo, che cresce con la città e la sua comunità. La trasformazione del porto di Palermo non è solo un progetto infrastrutturale, ma una nuova idea di città: aperta, dinamica e pronta a dialogare con il Mediterraneo e il mondo. È quello che abbiamo fatto lo scorso anno trasformando il molo Trapezoidale nel moderno Palermo Marina Yachting, un’area degradata in un’opportunità di sviluppo”.
Quindi insieme simbolo e infrastruttura per la competitività
“La capacità competitiva dei territori è in chiara relazione con la modernizzazione della dotazione infrastrutturale degli stessi e dei servizi offerti. Così anche il molo, da accozzaglia di cemento e di funzioni, è cambiato, acquisendo destinazioni d’uso del tutto nuove che hanno a che fare con la riqualificazione culturale e l’accoglienza turistica. Quelle realizzate sul molo Trapezoidale, oggi Palermo Marina Yachting, sono modifiche di assetti funzionali che conferiscono un carattere indelebile ai paesaggi, enfatizzano simboli e valori legati alle vicende storiche e proiettano il visitatore – sia esso un residente o un turista – all’interno del mondo dei flussi e delle emozioni che le città portuali sanno produrre e suscitare. Su quest’area si muovono annualmente circa due milioni di persone quindi possiamo affermare che il raccordo tra porto e centro storico è ormai assicurato e l’obiettivo di ritrovare nel mare un elemento di identità è stato sostanzialmente realizzato”.
Che cosa è cambiato in concreto nell’area e a Palermo?
“I simboli e i valori di questo spazio sono diventati la cultura, la fantasia, il gioco, il loisir, la difesa del mare, l’esposizione delle eccellenze del made in Sicily, attorno al motore del luogo, ovvero il Castello a Mare, valorizzato e pronto a incrementare l’offerta culturale cittadina. Ma oltre al presidio archeologico, c’è la fontana artistica con la sua acqua in movimento, c’è il piccolo teatro che guarda Monte Pellegrino, ci sarà il museo multimediale della città. Un bel salto di qualità, non c’è dubbio, trattandosi non solo di un cambiamento sull’area a mare, ma soprattutto di una vera e innovativa idea di città a forte impatto, con spazi aperti che consentono di immergersi completamente nell’esperienza marittima. Un nuovo quartiere d’acqua”.
Ci faccia un bilancio di investimenti e giro d’affari
“I risultati, dopo un anno, sono positivi, con un afflusso al di sopra di ogni aspettativa. Gli esercenti, che hanno investito in questo luogo, sono soddisfatti del loro “condominio” che offre dallo street food al sushi, dalla gioielleria alla SPA. Nel porto di Palermo, nel 2024 supereremo il milione di crocieristi, numero che crescerà ancora nel 2025: Palermo in passato ne faceva 450mila, siamo arrivati in pochi anni a raddoppiare il dato. Abbiamo portato avanti un lavoro enorme che ha toccato, e rivoluzionato, le crociere, il ro-ro, la cantieristica, investendo circa 600 milioni perché il porto divenisse quello che è oggi, ma l’impegno continua, i margini di miglioramento sono ancora tanti. Abbiamo altre opere in corso di realizzazione, come l’interfaccia città-porto, il cui primo lotto inaugureremo nella prossima primavera, che miglioreranno la funzionalità portuale e la connessione con la città”.
C’è anche la sistemazione del Molo Sud per completare la riqualificazione attorno alla Cala, l’antico porticciolo.
“Sì, il Molo verrà ampliato, creeremo nuovi percorsi ciclo-pedonali, i vecchi edifici saranno sostituiti da altri di pregio e dati in concessione alle attività già esistenti; sulla banchina esterna prevediamo la realizzazione di nuovi ormeggi turistici per navi e mega yacht”.
Attenzione al lusso anche come opportunità economica
“Certo, ne parleremo, il prossimo 10 dicembre, durante il consueto appuntamento con il convegno “Noi, il Mediterraneo”. Al PMY abbiamo già attracchi per quattordici mega yacht: il percorso è ancora all’inizio ma nell’importante processo di modernizzazione abbiamo adeguato la nostra offerta alle esigenze delle grandi imbarcazioni da diporto. Questi mesi sono stati di consolidazione, nel 2025 avremo il vero e proprio PMY con una programmazione ordinata, puntando sulla sua posizione strategica di Palermo al centro del Mediterraneo, sulla bellezza del suo patrimonio culturale e su un’offerta turistica sempre più sofisticata. Le richieste sono tantissime e questo ci fa ben sperare. Il lusso può essere non solo un privilegio, ma anche una risorsa economica condivisa. Penso alla cantieristica e al refitting, elemento chiave per l’economia di un porto”.
Un invito rivolto ai super yacht?
“Gli armatori di super yacht possono trovare a Palermo un’alternativa competitiva rispetto ad altri poli mediterranei, grazie alla combinazione di alta qualità e costi più contenuti. Questa attività genera un indotto significativo per il territorio, coinvolgendo ingegneri navali, artigiani, tecnici e fornitori locali. Inoltre, la presenza di yacht di lusso nel porto di Palermo non si traduce solo in vantaggi diretti per l’industria nautica, ma stimola anche l’economia locale. Gli armatori, gli equipaggi e i loro ospiti, che scelgono Palermo come punto di partenza per esplorare la Sicilia, contribuiscono, infatti, alla crescita del settore turistico”.
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