Esteri

“Né ora né mai”. Perché Putin boccia il piano di pace di Trump

Il presidente russo ha ribadito la volontà di raggiungere i suoi obiettivi entro il 2025. Spunta l’ipotesi Slovacchia come sede dei colloqui

putin © Jupiterimages e Daboost tramite Canva.com

La strada per la pace in Ucraina è tutt’altro che in discesa. La vittoria alle elezioni presidenziali di Donald Trump ha certamente un effetto positivo sulle possibilità di raggiungere un cessate il fuoco tra Mosca e Kiev, ma il presidente russo Vladimir Putin non ha intenzione di scendere a compromessi. Nonostante i vari apprezzamenti per le posizioni del tycoon, il leader del Cremlino ieri ha di fatto sconfessato il suggerimento dal team del presidente eletto per mettere fine alla guerra in Ucraina e che prevedeva di ritardare l’adesione dell’Ucraina alla Nato di almeno 10 o 20 anni.

Come evidenziato dal think tank americano Istituto per lo studio della guerra (Isw), Putin ieri ha risposto a una domanda specifica dicendo che “non importa se l’Ucraina si aderirà alla Nato oggi, domani o tra dieci anni”. Quest’ultima frase ribadirebbe il suo rifiuto di considerare compromessi sulle sue richieste di fine 2021 e inizio 2022, che prevedevano che l’Ucraina diventi permanentemente uno Stato neutrale e che non entrerà mai nella Nato, con in aggiunta l’imposizione di severe limitazioni alle dimensioni dell’esercito ucraino e la rimozione del governo ucraino.

“La Russia cerca di far finire il conflitto, non di congelarlo” ha precisato Putin rispondendo ai giornalisti sui piani per la pace. Mosca vuole raggiungere i suoi obiettivi e poi fermare definitivamente i combattimenti , ha aggiunto il presidente russo: “Naturalmente, partiamo dal fatto che porteremo a termine tutti i compiti dell’operazione militare speciale. Questo è generalmente il compito numero uno. Raggiungeremo il successo sulla linea del fronte”. E attenzione ai passi avanti dal punto di vista diplomatico.

Putin non ha infatti chiuso all’ipotesi di colloqui per la pace in Slovacchia, luogo offerto dal primo ministro Robert Fico. “La Slovacchia è pronta”, ha dichiarato il presidente russo, spiegando che con Fico “si è parlato principalmente di un accordo di pace in Ucraina”. Un messaggio importante, anche se arrivato all’indomani del brutale attacco sferrato in Ucraina nelle prime ore della mattina di Natale: 170 tra missili e droni che hanno causato un morto e ingenti danni all’infrastruttura elettrica.

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Nel frattempo la guerra sul campo prosegue. I centri decisionali di Kiev potrebbero essere obiettivi degli attacchi della Russia a seconda delle minacce esistenti, ma Mosca non colpisce mai strutture civili: questo quanto affermato dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un’intervista con i media nazionali e stranieri. “Selezioniamo obiettivi per gli attacchi sul territorio dell’Ucraina, procedendo esclusivamente in base alle minacce alla Russia. Possono essere strutture militari e imprese di difesa. Anche i centri decisionali di Kiev possono essere tali obiettivi” le parole del massimo diplomatico russo: “Ma non è nelle nostre regole lanciare attacchi di rappresaglia su obiettivi civili. Queste sono le regole dei nazisti che si sono trincerati a Kiev con il supporto dell’Occidente e queste sono le regole di coloro che forniscono loro armi per distruggere semplicemente infrastrutture civili e civili”.

Per ottenere il massimo vantaggio sull’Ucraina in fase di trattativa, Putin ha coinvolto nella sua guerra anche la Corea del Nord e secondo quanto reso noto dall’agenzia Kcna, lo scorso 17 dicembre avrebbe inviato una una lettera di auguri di buon anno al leader Kim Jong Un, in cui si dice “certo che nel 2025” i due Paesi continueranno a “lavorare molto da vicino per attuare il trattato” di partenariato strategico stretto a seguito del loro incontro di giugno e “coordinare ulteriormente i nostri sforzi per affrontare le minacce e le sfide del nostro tempo”. Il legame proseguirà, dunque, e non riguarda esclusivamente l’Ucraina, dove le forze asiatiche stanno subendo vistose perdite secondo quanto reso noto dall’intelligence militare ucraina: il GUR ha reso note “gravi perdite nei combattimenti nella regione russa di Kursk e difficoltà logistiche a causa degli attacchi ucraini”. Ricordiamo che Zelensky aveva dichiarato a inizio settimana che 3 mila soldati nordcoreani sono stati uccisi o feriti nei combattimenti.

Franco Lodige, 27 dicembre 2024

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