Parliamo della visita che farà Giorgia Meloni a Washington. E questa è una storia stupenda.
- Prima dicevano che la Meloni conta talmente poco che non la avrebbero invitata negli Usa.
- Poi l’hanno chiamata alla Casa Bianca, e sarà il primo leader europeo ad andare dopo il famoso Liberation Day di questa ceppa, allora dicono eh che brutto che vada, perché vuol dire che parlerà per l’Italia e non per l’Europa, non deve andare. Insomma: per questi, Meloni avrebbe dovuto far finta di niente e sperare che Ursula von der Leyen andasse a Washington a perorare la causa Ue, la stessa Ursula che subito dopo l’imposizione dei dazi aveva minacciato “il pugno di acciaio” senza aver manco consultato i 27 paesi membri.
- Quindi, non contenti, hanno iniziato a sostenere che Meloni “va a Washington ma non saprà che cosa dire”.
In realtà qualcosa da dire ce l’ha. Ieri il governo si è riunito proprio in vista della partenza. La cosa sicura è che la Meloni andrebbe a Washington con l’obiettivo zero dazi, obiettivo Elon Musk per intendersi, zona di libero scambio tra la Ue e gli Stati Uniti. Ci sarebbe anche un impegno da parte d’Italia di arrivare al 2% di spese militari: da Trump a Biden a Obama, in fondo, tutti i presidenti americani hanno sempre detto se volete partecipare alla Nato, e oggi più che mai è fondamentale partecipare ad un’alleanza strategica di difesa comune, dovete fare almeno un piccolo passo nello spendere il 2% del Pil in Difesa oppure siete delle sanguisughe.
E perché gli Usa ci considerano dei parassiti, come ha detto DJ Vance e Trump? Perché contribuiamo poco a un bilancio che viene utilizzato per difendere l’Europa, non l’America, e su questo hanno perfettamente ragione tutti i Presidenti americani. La differenza è che Trump e Vance questo 2% ce lo vogliono far pagare davvero. Ma non è che regaliamo 8 miliardi di armi agli Usa, peraltro gran parte di queste potrebbero essere fatte in Italia, stiamo semplicemente dicendo che ci adegueremo a una regola della Nato che è quella di partecipare alle spese militari, punto e basta.
L’idea di avere una zona di libero scambio, bisognerebbe spiegarlo bene sia ai destri sociali sia ai critici di sinistra, che è il motivo fondamentale per il quale i paesi crescono. E non c’era bisogno di scomodare Milton Friedman con la matita che noi tutti conoscevamo e che loro hanno rispolverato soltanto oggi. Il libero scambio è il motivo per il quale l’economia negli ultimi 20 anni è cresciuta come non, aumentando certo le disuguaglianze, aumentando le differenze di reddito, ma aumentando soprattutto il livello di sostentamento anche dei più poveri. E il benessere generale.
dalla Zuppa di Porro
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