Economia

“Ora tocca a loro”. Il centrodestra prepara una nuova tassa

tassa big web Gasparri © simpson33 tramite Canva.com

“Occorre porre fine agli ‘approfitti’ dei giganti del web”. Lo ha detto Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d’Italia e lo ha ribadito anche Maurizio Gasparri di Forza Italia. Dopo il prelievo straordinario sugli extraprofitti delle banche, la maggioranza di centrodestra pensa già ad un’altra tassa. Quella sulle compagnie di internet.

La proposta di FdI

Zucconi è noto per il suo costante impegno nel combattere le disparità fiscali tra le grandi multinazionali del web e le altre aziende italiane. Nel 2019, Zucconi aveva presentato una proposta di legge che mirava a raddoppiare la web tax dal 3% al 6% e destinare i relativi fondi al settore, aumentando così la competitività. Parallelamente, aveva proposto di limitare al 12% il tetto massimo delle commissioni sulle prenotazioni turistiche online, commissioni che generalmente ricadono sui clienti di alberghi e B&B. Secondo Zucconi, gli stessi obblighi devono essere rispettati da tutte le aziende, indipendentemente dalla loro dimensione o dalla loro posizione fiscale.

Gasparri e la tassa sui giganti web

Sulla stessa linea anche l’azzurro Maurizio Gasparri. “Se si parla di giganti – dice il forzista – si dovranno anticipare e rafforzare gli effetti della tassazione per i colossi del web. L’Europa esita di fronte ad Amazon, Google e ad altri colossi. È invece tempo di tassare questi giganti che non pagano assolutamente nulla. Questo è il vero scandalo economico, fiscale e sociale”. La misura non sembra essere al momento sul piatto del governo. Ma mai dire mai. Gasparri depositerà una mozione in senato per invitare l’esecutivo ad accelerare contro Netflix&co. “L’Europa agisce con troppa lentezza e la global minimum tax appare troppo contenuta e rinviata a date troppo lontane. Immagino che questa tesi troverà consenso ampio in Parlamento”.

Le aziende petrolifere nel mirino

Intanto oggi il ministro Adolfo Urso ha già messo nel mirino le aziende di raffinazione del petrolio. Il caro benzina, dice il ministro del Made in Italy, non dipende dai gestori delle pompe. “La marginalità maggiore viene applicata dalle società di raffinazione, cui abbiamo già chiesto spiegazioni – rivela -. Per riassumere, non c’è un allarme e abbiamo già individuato qual è la criticità”. Le compagnie di raffinazione, afferma, “a nostro avviso stanno applicando margini francamente eccessivi”. Una tassa sugli extraprofitti in arrivo?

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