Politica

Megafoni piddini

Pelù cade dal palco: che pena i rocker virologi che si fingono cattivi ragazzi

Cose buone dal mondo. Piero Pelù, visibilmente appesantito, durante un concerto all’Alcatraz di Milano, casca malamente e si rompe la testa e qualche costola. Per la testa, nessun problema: non gli serve, e poi è tutt’osso. Il 60enne rocker piddino, profeta di tamponi e mascherine, che fine. Pensare che aveva annunciato lo stage diving, che sarebbe tuffarsi nel pubblico: lo ha fatto ma alla rovescia, è cascato sul culo, succede.

Casco Rossi invece, ben saldo e arzillo, proclama, sempre dal fronte del palco: “Appena ti prendo da sola ti lecco la figa”. Auguri, son buoni propositi che ad una certa anagrafe meritano rispetto. Il punto è che l’avesse detto un alpino, apriti cielo. L’ha detto el Blasco e le femmine (e femministe) hanno ruggito sì, ma di aspettativa, beate loro. Eh, il Kom è come la famosa confettura del secolo scorso: su di lui non si può, lui è un 70enne rocker piddino, profeta, come l’altro, dei presìdì sanitari e della luminosa, nel senso di Sendero, strategia di Speranza, quindi nessuna molestia, patriarcato, maschilismo tossico. Boldrini, Murgia, Senonoraquando (divento famosa): non pervenute. Nessuna fanciulla si è sentita “stuprata dentro” e si è chiusa in casa a smaltire il trauma.

Cari virocker alle vongole, forse, a ‘na certa, sarebbe il caso di darsi una calmata: l’effetto patetismo è in agguato, alla vostra ribellione, che è sempre stata cartonata, ormai non crede più nessuno, la vostra ortodossia di governo è uscita in tutto il suo splendore in questi due anni e mezzo di regime, forse è meglio che la mascherina la rimettiate, per coprirvi la faccia. Finitela di fare i cattivi ragazzi: la giovinezza, diceva Schopenhauer, si conquista invecchiando, ma non così. Così vi fate solo male, e ne fate a chi vi segue.

A proposito di propaganda e regime. La comica ufficiale del Pd, Lucianina Littizzetto, s’impegna al programma del partito a sconsigliare la plebe dal votare i referendum sulla giustizia (minuscolo: non merita di più) con una motivazione squisitamente socialpopulista: ma che ci capite voi. La storia del giullare irriverente, che non fa sconti, che non si occupa di politica, è sempre stata insopportabile e va sputtanata una volta per tutte: qui tutti fanno politica, e solo quella di sinistra, altrimenti restano completamente privi di sovvenzioni. Il tirare a campare, il non occuparsi di, fa a pugni nelle palle con la retorica comunista per cui bisogna sempre essere informati, civici, sul pezzo, ma nessuno lo fa notare alla bella Lucianina, che, come Saviano, se parliamo di comici, ha per impresario l’ex Cgil Caschetto, demiurgo di Che tempo che fa e di un sacco di altre cose.

Però, appena un referendum rischia di insidiare le certezze d’impunità dei giudici, ecco la Giovanna d’Arco del Pd fiondarsi nell’agone ripetendo in modalità corvo Rockefeller, il messaggio del segretario Letta: per carità, non andate a votare, per carità non intaccateci la magistratura, che è la nostra migliore risorsa. Buffoni, sì, ma non come dicono loro. A proposito (di Che tempo piddino che fa). L’avete sentito, sì, il lapsus freudiano di Burioni, un altro che fa ridere quando non vuole. Il vaccino per le scimmie è sicuro, mica come col Covid. Ma non era lui che giurava e spergiurava che il siero anticoronavirus dava i poteri dell’Uomo Ragno, senza controindicazioni? Questi virompiballe, dopo averle ciccate tutte, vivono una nuova giovinezza a base di vaiolo: eccoli scatenati a profetare le peggio morìe, e si capisce che non ci credono ma finché dura fa verdura e fa pure ingaggio.

Pelù, Blasco, Lucianina, Burioni, Pregliasco (“non scopatevi una scimmia”, l’ha già detto?), Galli, Capua, Bassetti: chi offre di più? Chi la tira più tragica sulla “nuova pandemia”? Ovviamente, domani irrideranno quelli che ci avevano creduto. Monicelli dove sei, qui altro che Nuovi Mostri, qui siamo oltre la decenza del grottesco che si riconosce. Per dire, uno come Speranza è ormai sperimentato quale individuo allarmante, fuori controllo, irrazionale, fobico a 365 gradi, come direbbe il virometra Burioni. Ovunque vada, gli tirano addosso bucce e parolacce. Eppure continua ad imporre pezzuole luride senza senso. Eppure continua a fare il ministro. Eppure Mattarella ancora lo blinda. E non c’è una sola ragione logica, pratica, sensata, plausibile al mondo. Hanno finalmente bruciato D’Alema, l’armigero, suo sponsor, ma Speranza da Potenza resta a fare surreali casini. Ma mandatelo sul palco con Pelù, magari succede qualcosa.

Finiamo in bellezza questa carellata di Novissimi Mostri? C’è una vestale di Speranza, questa Sandra Amurri, che non trova di meno che andare a sorbirsi il cappuccino da Canova, in piazza del Popolo a Roma, e poi, scandalizzata, protesta (su Twitter) perché gliel’han fatto pagare 8 euro. Certo, con Chavez i cappuccini erano calmierati. Solo che quelle come la Amurri fanno sempre il biglietto di ritorno, chissà perché.

Max Del Papa, 1° giugno 2022

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