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Contro l’egalitarismo (Murray N. Rothbard)

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Contro l’egalitarismo

L’egalitarismo costituisce ormai un dogma delle nostre società. Ma se è vero che l’uguaglianza dei diritti è un concetto fondativo per il rispetto del prossimo e per la convivenza civile, è vero anche che tale concetto nasconde un lato oscuro. Il filosofo ed economista libertario Murray N. Rothbard, nel libro Contro l’egalitarismo appena pubblicato da Liberilibri e curato dalla professoressa Roberta Modugno, s’interroga su quale sia il limite dell’uguaglianza e perché questa possa rappresentare una minaccia per l’individuo e per la sua libertà. Nell’unicità dell’individuo riposa la sua eccezionalità e il rispetto assoluto che gli si deve: ciò significa che ciascuno è diverso da tutti gli altri, e quindi naturalmente disuguale! Se tutti gli uomini fossero davvero “uguali” allora non esisterebbe l’individuo, la sua diversità e quindi la sua libertà. “Un mondo egalitario dovrebbe essere necessariamente un mondo da film dell’orrore – un mondo di creature identiche e senza volto, prive di ogni individualità, varietà o specifica creatività”.

Con raffinata razionalità e penetrante arguzia, spaziando dal campo filosofico, al campo economico e politico, Rothbard offre al lettore una nuova possibilità di riflettere su questioni complesse e niente affatto scontate, perché, scrive, l’obiettivo dell’uguaglianza, termine largamente invocato ma poco analizzato, “è stato trattato troppo a lungo in maniera acritica e assiomatica in quanto ideale etico”. Rothbard spiega come la Nuova Sinistra, dopo il fallimento del marxismo economico, abbia lanciato con successo gramsciano una “lunga marcia nelle istituzioni”, acquisendo l’egemonia sulla nostra cultura. Questa sinistra, infatti, sentendosi sconfitta e sbaragliata sul piano strettamente economico si è issata “sulla presunta altura morale dell’egalitarismo”.

Nella sua bella introduzione, la professoressa Roberta Modugno spiega con grande efficacia come le idee di Rothbard siano indispensabili per capire il panorama sociale, politico e culturale contemporaneo. In effetti, oramai, da nessuna parte della sinistra si sente più sostenere la bontà dell’economia marxista, che è ormai sconfitta, superata e improponibile. E dunque, che fare? La nostra è l’epoca del politicamente corretto o, come direbbe Tocqueville, della tirannia della maggioranza. Chiunque osi fare riferimento a differenze di etnia, di aspetto fisico, di capacità, di merito o critichi il transessualismo ovverosia la disforia di genere, viene colpito dall’emarginazione. Anche la semplice satira a sfondo razziale, sessuale o antifemminista può portare alla distruzione di intere carriere accademiche o comunque a pesanti san­zioni. Il risultato è che nessuno osa farsi avanti con una critica a tutto questo, e che il diritto alla libertà di opinione ed espressione viene del tutto soppresso.

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Nella logica della manipolazione delle menti e delle coscienze, ben intravista da Rothbard, perché non eliminare parole scomode e la possibilità di pronunciarle e sostituirle con parole più convenienti? Perché limitarsi a questo? Perché non modificare, censurare o mutilare un libro o un’opera cinematografica e riadattarli all’ortodossia stabilita in questo caso dal politicamente corretto? Perché non rimuovere vestigia storiche come sculture e statue per accreditare un’ideologia? Del resto, stiamo assistendo esattamente a operazioni di questo tipo. La manipolazione del linguaggio ha un suo significato molto profondo.

Per raggiungere varie forme di uguaglianza, a volte si fa ricorso alle cosiddette “quote” per le minoranze. Ovviamente Rothbard è contrario al sistema delle quote per la rappresentanza nelle istituzioni per quelle che vengono comunemente considerate minoranze oppresse e sottorappresentate ma che, in realtà, in virtù di questo loro ipotetico status di oppressione, ricevono privilegi e trattamenti ad hoc. Il sistema delle quote viene visto come qualcosa di profondamente ingiusto e illiberale, dal momento che non si fonda sul merito e sulle capacità individuali. Porta quindi alla mortificazione dell’impegno degli individui a coltivare le proprie capacità e a dare un contributo fattivo alla società.

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Per concludere con le parole dello stesso Rothbard: “La specie umana è caratterizzata da un alto grado di varietà, diversità, differenziazione; in breve, di disuguaglianza. Una società egalitaria può sperare di raggiungere i suoi obiettivi solo attraverso metodi di coercizione totalitari; e anche in questo caso, tutti noi siamo convinti e speriamo che lo spirito del singolo uomo si sollevi e ostacoli qualsiasi tentativo di raggiungere un mondo-formicaio”.

Michele Silenzi, 26 dicembre 2023