Il disegno di legge sulla sicurezza, considerato prioritario dal governo per affrontare le emergenze legate alla criminalità e all’immigrazione, resta bloccato in Parlamento. Prima di Natale, i senatori hanno votato fino all’articolo 15, respingendo tutti i 1500 emendamenti presentati dalle opposizioni. Tuttavia, il percorso verso l’approvazione definitiva è complicato dalle osservazioni arrivate dalla Presidenza della Repubblica, che ha evidenziato cinque punti critici del testo.
Il Quirinale ha espresso perplessità su alcune misure, come il sequestro delle schede telefoniche ai migranti irregolari e l’assenza di esenzioni per le donne incinte in carcere, ritenute problematiche per la tutela dei diritti fondamentali. Preoccupazioni sono state sollevate anche sulla resistenza passiva in carcere, sulle norme relative alla lista delle opere pubbliche strategiche – che secondo il Quirinale dovrebbe essere redatta dal Parlamento e non da organi amministrativi – e sulla cancellazione delle attenuanti in caso di violenze contro le forze dell’ordine.
Nonostante le difficoltà, il governo punta a un’approvazione rapida del disegno di legge, con l’obiettivo di concludere l’iter entro due mesi. Tuttavia, le osservazioni del Quirinale potrebbero rendere necessaria una terza lettura, allungando ulteriormente i tempi. La maggioranza accusa l’opposizione di fare ostruzionismo, ma i partiti di sinistra difendono le proprie posizioni, denunciando che il provvedimento è sbilanciato e rischia di ledere i diritti costituzionali.
La sicurezza è un tema centrale per l’opinione pubblica, e il governo non intende rinunciare a un provvedimento che considera indispensabile per il Paese. Tuttavia, il confronto tra forze politiche e i rilievi istituzionali rendono questo percorso sempre più accidentato, con il rischio concreto di ulteriori ritardi che potrebbero compromettere la credibilità delle istituzioni e lasciare irrisolti i problemi di cui il ddl si propone di occuparsi.
Nicholas Vaccaro, 20 gennaio 2024
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