Dopo settimane di freddezza e di attacchi, tra divisioni in piazza e distanze sul riarmo europeo e il conflitto in Ucraina, la sinistra prova a ritrovare la compattezza. I sondaggi piangono per tutti e per contrastare il centrodestra l’accozzaglia è l’unica via. Ed ecco i temi sul tavolo per mascherare unità: Rai e Medio Oriente. In particolare, Pd e compagni hanno individuato undici punti sulla Palestina che sono finiti nella mozione (inutile) per chiedere di “fermare lo sterminio” e “il riconoscimento dello Stato di Palestina”. Il documento che i tre partiti di sinistra presentano una serie di richieste al governo, che vanno dal riconoscimento dello Stato di Palestina all’impegno per il cessate il fuoco immediato a Gaza, lo stop alla vendita di armi a Israele, la sospensione dell’accordo di associazione tra Ue e governo israeliano e il pieno sostegno alla Corte penale internazionale.
Ma entrando nel dettaglio: di cosa parla questa mozione pseudorivoluzionaria messa a punto da Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni dopo diciotto mesi di guerra? Tenetevi forte. In primis impegna il governo “a riconoscere la Palestina quale Stato democratico” al fine di preservare “nell’ambito del rilancio del processo di pace la prospettiva dei ‘due popoli, due Stati’. Poi lo impegna a “promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Unione europea, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele” e a “sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, ogni iniziativa volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas“. La sinistra ha poi chiesto la “protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia, il rispetto della tregua in Libano scongiurando il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah; il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario“.
La mozione chiede poi al governo di “sostenere il cosiddetto ‘Piano arabo’ per la ricostruzione“, a “sospendere urgentemente, ove in essere, le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell’8 ottobre 2023″. E, ancora, chiede all’esecutivo Si chiede anche di “provvedere all’immediata sospensione dell’importazione degli armamenti dallo Stato di Israele”, a “sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti del governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle violenze in Cisgiordania“. Il governo, sempre secondo la sinistra, deve “esigere la tutela dell’incolumità della popolazione civile della Cisgiordania”, “proporre azioni efficaci contro le violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte del governo di Israele, inclusa la sospensione dell’accordo di associazione EU-Israele“, “dare piena attuazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale”, e infine “sostenere, in tutti i consessi europei ed internazionali, la legittimità della Corte Penale Internazionale”.
La prima stroncatura non si è fatta attendere. “Invito i presentatori della mozione sul riconoscimento dello Stato di Palestina a presentarne un’altra, che sostiene il governo italiano nel suo impegno per la liberazione di 59 rapiti, vivi e morti, sicuramente innocenti, che il sedicente governo palestinese di Hamas a Gaza detiene dal 7 ottobre 2023, sottoponendoli a torture inenarrabili solo in quanto ebrei e israeliani” le parole del presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun, che ha definito la mozioen della sinistra un “atto di propaganda ideologica” dal quale “scompare il 7 ottobre”. “Un documento – aggiunge – interamente costruito per accusare Israele, l’unico baluardo occidentale in Medio Oriente. Una narrazione selettiva, comoda, strumentale. Una prova di disprezzo per la realtà, per la verità dei fatti e per i valori che ci definiscono come cittadini europei”.
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Insomma, una mozione che chiede di tutto e di più in maniera ovviamente pretestuosa, perchè non considera la delicatezza del dossier e l’impegno già adoperato dai principali attori internazionali per ripristinare la pace e la normalità. Ma alla sinistra effettivamente è rimasto poco e questa folata pro-Pal è comprensibile. Ed ecco le solite sparate: se per Conte la guerra di Israele è un “sistematico sterminio”, per Fratoianni “siamo davanti a qualcosa che ormai ci ha rubato le parole”. Insomma, la sintonia tra i partiti in questione sembra esserci almeno su questo tema. Ma già a parlare di Ucraina si rischia l’incidente diplomatico, considerando le divisioni visibili a occhio nudo. In soldoni: ieri hanno mascherato bene l’unità, ma le contraddizioni verranno a galla molto, molto presto.
Senza contare, e la cosa non è secondaria, che ieri a quel tavolo mancavano sia Matteo Renzi che Carlo Calenda. Ma i sondaggi dicono che all’opposizione non basta unire le forze di “sinistra sinistra” (42,3%) per sperare di battere il centrodestra (48,4%). Serve anche il Terzo Polo. Che però in quella foto non c’è.
Franco Lodige, 16 aprile 2025
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