Politiche green

Ponte sullo Stretto, non costruirlo danneggia l’ambiente

L’incapacità del governo Draghi – come già quella del governo Conte – di gestire la pandemia è ormai acclarata. Mentre gli altri Paesi, anche con copertura vaccinale inferiore alla nostra (73%) – penso a Inghilterra (71%), Svezia (69%) – tolgono le restrizioni, incluse quelle del green pass, Mario Draghi annuncia restrizioni più severe. Ma lo fa apposta? È affetto da incontenibile sadismo?

Proviamo a parlar d’altro. Ad esempio di Ponte sullo Stretto. Qualunque mente pensante, guardando la cartina geografica tra Scilla e Cariddi, direbbe «toh, qui manca un ponte». I Verdi, quando erano al governo (quello Prodi, rammentate?) avevano definito l’opera «faraonica e inutile», lasciando così in grande imbarazzo lo stesso Romano Prodi. Il quale, a mio parere, condivide con Silvio Berlusconi la ventura di essere stati, i due, gli ultimi uomini di Stato che l’Italia ha avuto. Di Romano Prodi non condividevo quasi niente, di Silvio Berlusconi quasi tutto, ma chi li ha seguiti sono stati mezze figure inconcludenti privi di senso dello Stato. Mario Draghi compreso, che, non so perché né voglio saperlo, Francesco Cossiga, da Presidente della Repubblica emerito, definì «vile affarista».

Tornando al Ponte sullo Stretto, il suo vero impatto ambientale è la sua assenza. Se si fa un giro in internet, si possono ammirare le foto di meravigliosi ponti sospesi e sparsi nel mondo: ad esempio, l’Akashi Kaikyo, con una campata di 2 chilometri, inaugurato 25 anni fa in Giappone; o il Vasco de Gama che, lungo 17 chilometri e inaugurato 23 anni fa, unisce le due sponde del fiume Tago, in Portogallo; o il Great Belt, lungo oltre 13 chilometri, che collega Copenhagen allo Jutland; o l’Oresund, una struttura di 16 chilometri che unisce la capitale danese alla Svezia e che fu inaugurato, molto romanticamente, con un bacio che principessa Victoria di Svezia e Principe Frederik di Danimarca si scambiarono al centro di questa faraonica struttura, costata 7 anni di lavori.

Dimentichiamo per qualche minuto di essere nella Repubblica delle Banane, governata prima da Conte e ora da Draghi, e godiamoci un filmato consolante: il resto del mondo non è Italia.

Franco Battaglia, 19 settembre 2021

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