Salute

Quanta gente ha ucciso il ritardo sulle terze dosi

Il governo che non ha saputo gestire la somministrazione della terza dose. Con conseguenze letali…

Salute

di Paolo Becchi e Mario Menichella

Ormai è riconosciuto nel campo medico da tutti gli studiosi seri che i vaccini anti-Covid, se proprio li vogliamo chiamare così, sono efficaci per circa cinque mesi. Per chi non si è voluto vaccinare ciò prova la consistenza delle critiche, ma chi ha accettato di vaccinarsi sperava di essere protetto magari facendosi in tempi opportuni la terza e, chissà, se necessario persino la quarta dose. Noi oggi ci vogliamo occupare di questi ultimi, perché la loro fiducia è stata tradita da un Governo che non ha saputo gestire la somministrazione della terza dose.

Un report dell’Università Cattolica del 16 dicembre [1] ha stimato che oltre 3 ricoveri su 4 tra i vaccinati (il 76%) e addirittura 7 su 10 in terapia intensiva si sarebbero potuti evitare se le persone vaccinate da oltre 5 mesi avessero ricevuto la terza dose. Un ritardo, evidentemente, “colpevole”. Tuttavia, ora vedremo che è possibile stimare (in ben due modi diversi) anche le morti che sarebbero state evitabili.

Infatti, una prima stima delle morti evitabili imputabili al ritardo della terza dose si può fare “a colpo”, cioè assai facilmente, dall’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) pubblicato il 24 dicembre [2]. Qui a pagina 18 vi si trova la Tabella 4, che mostra in basso i decessi per Covid avvenuti nel periodo di un mese (30 giorni, per l’esattezza) che va dal 28 ottobre al 28 novembre 2021.

I dati sui decessi vengono mostrati nella tabella tenendo separate: (1) la popolazione non vaccinata, (2) quella vaccinata entro 5 mesi, (3) quella vaccinata oltre i 5 mesi e, infine, (4) quella vaccinata con terza dose, per cui è possibile vedere che siamo di fronte a quattro pandemie diverse che corrono assieme. È quindi facile fare un confronto fra i vaccinati senza protezione (oltre i 5 mesi) e gli altri.

Se si guarda la suddetta Tabella 4 dell’ISS, si vede che i morti fra i vaccinati oltre i 5 mesi sono stati circa 800 (su circa 13 milioni di vaccinati, quindi circa 61 per milione), mentre quelli fra i vaccinati entro 5 mesi sono stati circa 200 (su circa il doppio di vaccinati, pari a 28 milioni, quindi circa 7 su milione). Ne consegue che l’eccesso (61 -7 =) di 54 morti per milione erano evitabili somministrando la terza dose per tempo.

La Tabella 4 del bollettino ISS del 24 dicembre 2021 [2].

Per sapere a quanti morti corrispondono, basta moltiplicare i 54 morti per milione per i 13 milioni di vaccinati di quella fascia di popolazione, ottenendo all’incirca 700 morti evitabili. Non pochi, considerati che si riferiscono all’arco di tempo di soli 30 giorni. Ma la cosa è interessante è che si può sostanzialmente ritrovare lo stesso risultato anche in un altro modo, grazie al report della Cattolica.

Infatti, come recita il report in questione, “3 ricoveri su 4 tra i vaccinati si sarebbero potuti evitare se le persone vaccinate da oltre 5 mesi avessero ricevuto la terza dose”. Prendiamo quindi di nuovo la Tabella 4 dell’ISS e guardiamo le ospedalizzazioni dei vaccinati da oltre 5 mesi: circa 4.000. Se ne erano evitabili 3 su 4, allora – evidentemente – anche i morti evitabili erano 3 su 4, ovvero tre quarti degli 800 morti effettivi riportati nella stessa colonna della tabella in questione, che fa quindi 600.

Certo, 600 è un po’ meno dei 700 trovati prima per il mese (praticamente) di novembre, ma siamo lì. Dunque, un risultato niente male, considerato che per una stima più precisa si sarebbero dovuti fare dei conti separati per ciascuna classe di età. Si noti, inoltre, che il report della Cattolica si riferisce al periodo 5 novembre – 5 dicembre, quindi con inizio 7 giorni dopo rispetto al mese da noi considerato.

Questo piccolo ma non trascurabile shift temporale fra i periodi usati nelle due diverse stime potrebbe spiegare una parte della discrepanza di 100 morti trovati con i due differenti approcci. Infatti, in una qualsiasi settimana di novembre sono più le persone a cui “scade” la seconda dose rispetto a quelle che ricevono la terza dose, perciò i morti settimanali evitabili dovrebbero via via crescere.

Prime, seconde e terze dosi di vaccini anti-Covid somministrate in Italia. (fonte: Il Sole 24 Ore)

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