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Quell’ideologia catto-comunista che ci sta rovinando

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Perché in Italia si è avuto il massimo dei contagi? Perché il massimo proporzionale dei morti? E perché non ci si è attrezzati per tempo? Come mai ancora non si sa che pesci pigliare, al netto delle sardine, e il Conte miracoloso moltiplica le task force e le commissioni? Per quale motivo gli altri paesi hanno già ripreso una parvenza di vita normale, se mai si erano bloccati, e da noi stanno scoprendo l’immortalità del lockdown?

Come si spiegano gli scazzi dei virologi, gli uni contro gli altri e soprattutto nel loro intimo? Si sono tentate tante risposte, dalla burocrazia canaglia alle innocenti evasioni, dallo sbilancio di cassa a c’è chi dice no (la Ue, la Germania), dal destino cinico e baro alla complessità del caso italiano, che nessuno ha mai capito in cosa consista, dal mio canto libero a non puoi avere sempre ciò che vuoi.

E invece era così semplice, la spiegazione è una ed una soltanto, e contiene tutte le altre che si possono escogitare: ideologia. I-de-o-lo-gi-a. Ideologia catto-comunista-radicale. È per ideologia, che si è perso tempo inestimabile. È per ideologia, che si è preferito irridere le avvisaglie. È per ideologia, che si è bollato, incredibilmente, come fascista chiunque temesse il contagio. È per ideologia che chi aveva l’onore e l’onere di decidere, di gestire, preferiva avventurarsi a caccia di cinesi da limonare. È per ideologia che si levavano i lieti calici, insieme a giovin conduttori di riferimento, alla salute solidale degli stronzi xenofobi e razzisti. È per ideologia, che gli scienziati, in versione influencer (perché in Italia non c’è niente di più lottizzato e ideologizzato della scienza), insultavano e irridevano i prudenti.

È per ideologia che non c’era un piano d’emergenza, né i posti di terapia intensiva che ci volevano, né un piano per arginare la devastazione economica conseguente e ruggente, né un minimo di collaborazione tra maggioranza e opposizione, né salvagente per gli ultimi degli ultimi, cioè autonomi e partite Iva, né un funzionamento della macchina statale in versione informatizzata, né procedure certe e soprattutto svelte per i rimborsi, né orientamenti alle banche, né una posizione chiara, dignitosa, netta sulle lusinghe avvelenate dell’Unione europea. Si preferiva assicurare che era tutto sotto controllo, che la nostra sanità pubblica era la migliore della via Lattea, che chi si preoccupava era un rozzo coglione sovranista speculatore. Voilà la recherche du temps perdu.

Ed è per ideologia che adesso si commettono gli stessi errori in direzione ostinata e contraria: i medesimi che volevano tenerci fuori di casa a forza, hanno preso gusto nel ridurci a 60 milioni di clarisse, sempre con la pezza d’appoggio della “scienza” che poi sarebbero i virologi in carriera, sordi al destino di un paese che ogni giorno perde punti decimali di Pil e posizioni nel mercato globale; inclini a seguire una profilassi esoterica sotto la parvenza della scienza; per ideologia si liberano le librerie (ma non i lettori) dalla clausura, perché il Libro, la Cultura, il Pensiero, i Competenti, bisogna leggere di più, così ci si vaccina dal sovranismo; per ideologia si approfitta dell’emergenza per cancellare l’illegalità di seicentomila clandestini; per ideologia si moltiplicano le inutili task force, lottizzate il giusto, tutte di stampo comunistoide o grillino-sinistro, dai raccomandati della Cgil a quelli di Casaleggio; per ideologia, e della più infame, si tenta di sottrarre regioni per via indiziaria, sguinzagliando il giornale-partito-ideologia; per ideologia si comanda – non si governa, che è tutt’altro affare – a colpi di decreti ministeriali, si umiliano le opposizioni, si pratica il vittimismo a reti unificate, si lascia ampio mandato di controllo e repressione di poveri cristi a forze dell’ordine che giorno per giorno si trasformano in sbirraglia e perdono il favore dei cittadini, perché non ci mettono quasi nessun buon senso, nessuna elasticità, nessunissima comprensione. Le immagini della caccia al podista o al commensale da terrazzo resteranno come una macchia grottesca nella storiella nazionale. Voilà la recherche du temp retrouvé. Ma il tempo perso non si riguadagna. Mai.

Si sa com’è l’ideologia: offusca la realtà, la sostituisce e, alla resa dei conti, se la realtà non torna, l’ideologizzato ha una sola soluzione: spingere ancor più sull’ideologia. Magari ribaltando il frittatone, ma sempre con la stessa fiducia pronta, cieca e assoluta. Con la stessa leggerezza con cui si perdevano settimane nell’attrezzarsi, così oggi con analoga pesantezza si perdono settimane nel reagire: tutti bloccati, caso unico al mondo, l’isolamento italiano non trova uguali per allucinata durezza e durata.

E già gli psichiatri avvertono di ciò che del resto sappiamo benissimo: l’inerzia infiacchisce – lo ha fatto con Annibale, figuriamoci noi poveri cristi -,la mente smarrisce lucidità, il corpo perde tonicità, in un circolo vizioso infernale. Subentrano la rassegnazione, il fatalismo, anche chi malato non è, finisce per sentirsi tale, penetrano le paranoie, si comincia a somatizzare, sentirsi contagiati non è molto diverso dall’esserlo. Quo usque tandem abutere Casalino patientia nostra? Casalino per dire Conte, è chiaro. Ma “quo usque”, nessuno lo sa: in compenso il Pd, partito geneticamente ideologico, si spinge a ipotizzare un allungamento della quarantena di altri quindici, venti giorni, un mese, vale a dire fino a giugno: sono pazzi, drogati (di ideologia) o che altro? Cosa vogliono? La distruzione del sistema paese, la dittatura del proletariato guidato dal Politburo? L’esperimento sociale? Ripensare il capitalismo, come dice la economista marxista Mazzuccato, della task force di Colao, e tutti capiscono cosa intende?

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