Chiesa

Questa foto è il simbolo della decadenza della Chiesa

Ecco l’eredità (pessima) di Francesco: un sistema totalmente fuori della grazia d’Iddio

saviano and co

“Lo vedi, eccola l’eredità di papa Francesco”. La vedo sì, una eredità pessima, i peggiori premiati, foraggiati, elevati agli altari. L’eredità di papa Francesco ha le facce tronfie, irridenti, per niente dolenti dei vaneggianti e dei vanitosi, quelli in missione per conto di se stessi, i senz’arte né parte pompati da Repubblica, i Casarini, i don Ferrari, i migranti coreografici, tutti in posa, il Saviano che come sempre delira, provoca, ma chi lo sta più a sentire questo cartone animato?

Repubblica ormai conta quanto vale, niente, ma che si saldi ad altri media militanti, tra questi Avvenire, il giornale dei vescovi che sovvenzionano le ong dei migranti, è un segno dei tempi, della decadenza della Chiesa, dell’eredità di papa Francesco. Può stupire allora che queste testate mandino i cronistini di servizio, militanti, a raccogliere le panzane di questi miracolati di un sistema totalmente fuori della grazia d’Iddio? Bergoglio li proteggeva in un miscuglio di disprezzo argentino per la legalità residua e di arroganza clericale, “andate avanti, siete dove dovete stare”, per dire vi proteggo io, vi ci tengo io nell’Italia dei due, trecentomila sbandati l’anno, molti tagliagole, fondamentalisti o aspiranti stragisti, e non le vedeva le conseguenze, da perfetto irresponsabile al quale ogni disastro sulla pelle dei famosi ultimi, quelli veri andava bene se c’era da odiare la civiltà occidentale in tutti i suoi difetti, d’accordo, ma anche in tutti i presìdi democratici raggiunti lentamente, faticosamente, pagando prezzi non lievi.

La conseguenza è che questo Papa irresponsabile invitava quelli del giro illegale, dei centri sociali galleggianti, ad abusare della tolleranza democratica, dell’inclusività democratica e garantista occidentale odiando l’occidente.

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Cattocomunista? Peggio, un casinista con vaghe smanie e convinzioni balorde. Ma oggi non si può dire, il sistema lo giubila, lo santifica in tempo reale secondo la Narrazione che, come dicono quelli che l’hanno inventata, “è l’unica cosa vera”. Il Papa contro la globalizzazione eretto a feticcio della globalizzazione come un’auto elettrica o un vaccino.

Comunque resta pontefice ambiguo, strampalato checché ne vogliano dire i cardinali che entrano in conclave festanti come uno stormo di condor ingioiellati e certi ultras che solo nell’Italia dal garantismo a rovescio possono circolare a piede libero, infilarsi perfino nella Santa Casa o al Sinodo coi trascorsi giudiziari che menano. Lo sapeva o non lo sapeva Bergoglio? Lo sapeva e gli andava bene così. “La corruzione spuzza”, ma il tanfo di sovvenzioni coperte, di finanziamenti ballerini, di corruttele al limite del criminale, quello non lo avvertiva, c’era sempre il bene assoluto da difendere, che come scrive oggi Veneziani su “la Verità”, è la truffa solenne per mascherare ogni genere di totalitarismo e, si potrebbe aggiungere, di attività malavitosa fondata sul furto e sulla truffa. Ma il trucco è farlo passare per bene umanitario e cristiano, escatologico.

Saviano può anche scrivere nei suoi post cretini che Bergoglio merita gratitudine “per la sua costante lotta contro le menzogne sui migranti, contro le bugie sulle navi delle ong”, e questo propagandista da Pravda sarebbe uno scrittore? Ma la verità è che se c’è uno che mente è lui e con lui quelli che gli porgono il microfono per rinnovare il giro spartito fra Chiesa e sinistra partitica. Le agiografie stampate dei fogli che sostengono il giro degli sbarchi sono penose, ma testimoniano di un certo potere e lucroso potere che dura da anni e che adesso si teme di perdere. “Manca nel quotidiano”, flauta questo don Mattia Ferrari, il cappellano di Casarini, e si capisce: il quotidiano erano le diocesi che traghettavano a quel sistema gli oboli dei fedeli, se arriva un Papa vero che pone fine allo sconcio questi restano completamente privi di sovvenzioni.

Mentre se, nella distrazione dello spirito santo, ci casca addosso uno come Zuppi, corriamo il rischio di ritrovarci premier il Riccardi di Sant’Egidio nella benedizione di Mattarella e i vari Casarini e Salis ministri o almeno incistati per sempre nella burocrazia parassitaria di potere. E se dite che è una esagerazione, una iperbole come diceva quell’altra apostola del peggio che fu la Murgia, si vede che non conoscete ancora questo Paese del quale si dice sempre che è “un grande Paese” ma senza crederci davvero o per assurdo, come a dire nonostante quello che è, malgrado le sue tare e le sue follie, la sua totale mancanza di decenza e di serietà.

Il calabrone che, così come è fatto, non dovrebbe volare e invece vola, anche se nessuno sa verso cosa. Verso il peggio, sempre e comunque. A Emma Bonino Bergoglio diceva di continuare lei le sue battaglie, ai marinaretti di Casarini che stavano bene dove stavano e se hanno un processo addosso che sarà mai, la divina provvidenza non bada a queste cose, guarda lontano, una provvidenza marxista, deterministica. Pure questo abbiamo dovuto vedere, la morte del comunismo che si resuscita in Vaticano. “Non sono preoccupato” dice il don Mattia col suo faccino da cantante di Sanremo “la Chiesa in questi anni ha camminato, è impossibile che torni indietro”. Eccola, l’eredità di Francesco. Dio voglia che venga spazzata via, il prima possibile, e con estrema decisione.

Max Del Papa, 29 aprile 2025

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