Si torna a parlare della morte di Ramy Elgaml, avvenuta al culmine di un inseguimento notturno con i carabinieri. Al centro delle indagini, come noto, non vi sono solo le immagini di video sorveglianza che hanno ripreso il momento dell’incidente e che un esperto sta valutando per cercare di capire se vi sia stato un contatto tra la gazzella e il T-Max, moto guidata dall’amico del 19enne, Fares Bouzidi. Il secondo filone riguarda la presunta cancellazione di un video che, stando alla testimonianza dell’autore, avrebbe immortalato gli ultimi, fatali momenti dell’inseguimento.
Lo ricorderete. Non molto distante dal luogo dell’impatto, infatti, era presente un ragazzo di 28 anni, Omar, che ai magistrati ha raccontato di aver ripreso la scena con il suo cellulare in un video che avrebbe cancellato dopo che due militari lo avrebbero costretto a farlo. I pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini avevano assegnato una consulenza ad un esperto informatico, Marco Tinti, relazione che è stata consegnata oggi ai pm. Da quanto risulta, nonostante il video in sé non sia stato ritrovato, analisi tecniche approfondite effettuate sullo smartphone avrebbero però confermato l’esistenza di tale registrazione. Secondo il consulente, il video sarebbe esistito ma sarebbe stato cancellato e sarebbe impossibile da recuperare. Del filmato di un minuto e dieci secondo sarebbe rimasto solo un “frame” che mostrerebbe solo le luci della gazzella che arriva sul luogo dell’incidente tra via Ripamonti e via Quaranta la sera del 24 novembre scorso. Il consulente scrive però che la fotocamera del teste è rimasta in funzione tra le 4.03.22 e le 4.04.31 della notte della morte di Ramy: poco dopo, alle 4.49, sullo stesso dispositivo sono presenti ricerche online sull’argomento “come recuperare file cancellati dal cestino”.
Come noto, le immagini delle dashcam dei carabinieri mostrano in effetti due carabinieri avvicinarsi ad un giovane non lontano dal luogo dell’incidente. Per questo, due militari sono indagati per frode processuale, favoreggiamento e depistaggio. Sono ancora indagati per omicidio stradale, invece, Fares e il vicebrigadiere alla guida della gazzella. Per i pm, però, i militari non avrebbero violato alcuna legge durante l’inseguimento.
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