Politica

Draghi: “Stop allo stato d’emergenza”. Ma il green pass resta: ecco dove - Seconda parte

La verità sul lasciapassare e le riaperture

Resta l’odioso green pass al lavoro

Ma se anche il green pass venisse progressivamente eliminato da uffici postali, banche e centri sportivi all’aperto (con l’effetto di generare l’illusione di una sua definitiva soppressione, visto che d’estate difficilmente si praticano attività al chiuso o si mangia all’interno dei ristoranti), comunque esso sarebbe mantenuto nella forma più oppressiva di tutte quelle concepite fino ad oggi: nei luoghi di lavoro. Tra l’altro, visto che l’orientamento del governo è di prorogare l’obbligo vaccinale per gli over 50 anche dopo il 15 giugno, è lecito supporre che costoro sarebbero tenuti ancora a esibire il certificato rafforzato, se vorranno guadagnarsi il pane.

A ciò aggiungiamo la pressione di alcuni esperti affinché la carta verde non venga spedita in soffitta. Capofila dei fan del codice a barre è certamente Walter Ricciardi, consulente del ministro Roberto Speranza; ma a fare da controcanto al coro degli scienziati, da Matteo Bassetti a Massimo Clementi a Maria Rita Gismondo, che chiedono di revocarlo, ci si è messa anche Ilaria Capua, secondo la quale la tessera Covid potrebbe “tornare utile in autunno”. Un po’ come il piumino 100 grammi. Draghi promette ricchi premi e cotillon, ma il delirio pandemico non è affatto finito. Dunque, non lasciatevi irretire dalle sirene del giornale unico del virus, passato dalla modalità terroristica al linguaggio della “normalità ritrovata”: la vera liberazione è ancora lontana. A meno che non ci siamo talmente abituati a essere oppressi e controllati, che anche poter sorseggiare un caffè al banco, senza una scansione digitale, ci sembrerà un memorabile trionfo…

PaginaPrecedente
PaginaSuccessiva
Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it

LA RIPARTENZA SI AVVICINA!

SEDUTE SATIRICHE

www.nicolaporro.it vorrebbe inviarti notifiche push per tenerti aggiornato sugli ultimi articoli