Politica

Roma, follia di Gualtieri: centri sociali sì, musica classica no

Spettacoli Lgbt, compagni e collettivi nei bandi di Estate Romana

Nella città che diede i natali al polifonista Gregorio Allegri, autore del celebre Miserere, e a Muzio Clementi, padre del pianoforte moderno, non esiste una governance musicale degna di questo nome. Roma è sede di fondazioni sinfoniche note in tutto il mondo grazie alla qualità della loro offerta concertistica e ospita uno tra i migliori teatri d’opera europei, il Costanzi. Centro di elaborazione concettuale per secoli, la Capitale ha giocato un ruolo decisivo nello sviluppo della musica come la conosciamo oggi. Nacque nell’Urbe la Scuola romana, gruppo che comprendeva i più geniali compositori vissuti tra la fine del Rinascimento e l’inizio del periodo barocco. Un patrimonio incommensurabile gettato nel dimenticatoio. La colpa? Decenni di incuria, mal governo, cinismo e disinteresse per l’arte.

I bandi di Estate Romana

Con la pubblicazione dei bandi di Estate Romana 2023, Roberto Gualtieri ha confermato la filosofia del Pd: insinuare ovunque i tentacoli dell’egemonia pseudo-culturale (o sub-culturale, se si preferisce) di stampo neo-marxista. Altro che Estate Romana: sarebbe meglio parlare di Festa dell’Unità in servizio permanente effettivo. Quella che il sindaco di Roma ha definito “un’edizione straordinaria” mostra il volto dell’amichettismo radical chic. La ratio dei dem? Sempre la stessa: favorire parenti, colleghi e tesserati al “gran partito” tramite corsie preferenziali, a scapito delle realtà artistiche d’eccellenza presenti sul territorio. Una sproporzione di trattamento che persevera – e peggiora – dall’era Veltroni.

Le iniziative approvate dal Comune sono state suddivise in tre sezioni: attività volte a offrire occasioni diffuse di aggregazione e crescita socio-culturale, attività da realizzarsi in aree caratterizzate per l’elevata attrattività di pubblico, arene cinematografiche gratuite. Tra queste spiccano non pochi progetti discutibili, finanziati con i soldi dei contribuenti romani. Ibridazione artistico-performativa, spettacoli di non-definizione, teatro estemporaneo. La vacuità di certe espressioni prelude ai contenuti degli eventi. Eccone alcuni:

Profondo rosso

La Fondazione archivio audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (che nome fantasioso e altisonante!) propone nientedimeno che L’Aperossa – Archivi, Musica, Memoria. Mao Tse-Tung è resuscitato al Gazometro. Nella desolata stazione Termini e nella limitrofa Piazza Vittorio arriva la compagnia Index Teatro con la sua “Termini. In una qualunque parte del pianeta/Piazza Vittorio. In una qualunque parte del pianeta. Raccontare il confine. Esercizi di non-definizione”. Si vocifera che tre quarti dei fondi siano stati spesi per stampare i volantini di Estate Romana. Contente le copisterie.

È poi il turno di Fluido Numero 09 (nomen omen), forte del Teatro Eco Logico. A nulla è valso cercare il sito dell’allegra combriccola: non prevenuto. Il rosso comunista lascia spazio all’arcobaleno Lgbt con Ondadurto Teatro. La sua specialità è il Queer Summer Festival, che consiste in spettacoli drag family-friendly. Parentesi eco-socialista in casa Festival IN. Figura tra gli organizzatori del prefestival, iniziato ben prima del solstizio estivo, Rossella Muroni, deputata dal 2018 al 2022 in quota Liberi e Uguali. Fingiamo stupore. Il 23 aprile l’esponente green ha pronunciato una commossa filippica su diseguaglianze di genere, lotta al cambiamento climatico e mobilità sostenibile.

Zero musica classica

Per trovare sparuti concerti di musica classica dobbiamo scendere al 79° posto della graduatoria. L’Accademia Filarmonica Romana, ente privato che si dedica all’esecuzione del repertorio sinfonico e da camera, ha presentato I Giardini della Filarmonica 2023 – 2024. Insomma, briciole rispetto all’armata Brancaleone della gauche caviar. Zero fondi alla Roma Tre Orchestra, prima orchestra universitaria di Roma e del Lazio che si distingue per la ricchissima proposta musicale.

Ignorata la Nova Amadeus Chamber Orchestra, gruppo cameristico giovanile fondato nel 1982. Idem per l’Associazione Melos Ensemble, dotata di un coro polifonico e di un’orchestra. Attenzione: quattro giorni fa è stato riproposto un copione identico con l’assegnazione dei bandi per le periferie. Centri sociali sì, musica classica no. Gualtieri e la sua giunta impoveriscono il tessuto culturale di Roma. È ora di dire basta al nepotismo. Occorre ridefinire il rapporto tra le istituzioni capitoline e le arti valorizzando merito e talento. Quanto di più lontano dalla prassi che abbiamo conosciuto.

Lorenzo Cianti, 3 settembre 2023

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