Politica

Santanché: “No, non mi dimetto”

Il ministro del Turismo parla dopo il rinvio a giudizio per il caso Visibilia: “Il mio partito è garantista”

santanchè

Daniela Santanché deve aver fatto le sue “riflessioni”, come le aveva chiesto Giorgia Meloni. Anche lei a Gedda insieme al premier, oggi ha ribadito che non ha nessuna intenzione di lasciare. “Non mi dimetto e vado avanti. Ho detto tutto quello che dovevo dire – ha spiegato ai cronisti che le chiedevano conto di un possibile passo indietro – Che lingua parlo io? Spero di essere sempre chiara, ci metto sempre la faccia, vi voglio tanto bene. Io vengo e sono in un partito garantista”.

Ieri Meloni era intervenuta sulla vicenda chiedendo alla “sua” ministra di pensarci bene. Dopo il rinvio a giudizio per il caso Visibilia, infatti, incombe la decisione della magistratura anche su un altro processo che riguarda i rimborsi Covid. “Sgomberiamo il campo, non c’è nessun braccio di ferro” sul caso Santanchè, aveva detto Meloni, “non c’è preoccupazione, non c’è un imbarazzo che addirittura mi porterebbe a non presentarmi al Consiglio dei Ministri, a spostare la data della mia visita in Arabia Saudita per non incontrare il ministro Santanchè. C’è una riflessione che deve tenere conto del quadro generale in un clima assolutamente sereno”. Il premier, che non ha le idee ben chiare, è convinto che “un semplice rinvio a giudizio” non possa essere “di per sé motivo di dimissioni”. Anzi. È convinta che il ministro stia lavorando “ottimamente”, e la valutazione da fare è solo “quanto tutto questo possa impattare sul suo lavoro di ministro”. “Ho Giuseppe Conte che mi dice che devo far dimettere un ministro che non è mai stato condannato quando ha un vicepresidente del partito condannato in via definitiva – aveva aggiunto Meloni – ho Elly Schlein che invoca le dimissioni del ministro Santanchè per un rinvio a giudizio, ma non chiede le dimissioni al presidente della provincia di Salerno agli arresti domiciliari per corruzione. Quindi, lezioni da questi pulpiti anche no”. 

Tra le due è possibile che presto ci sarà un incontro. La Santanché comunque ostenta sicurezza. “Le parole di Meloni non vanno interpretate vanno ascoltate – ha detto oggi ai cronisti – Sono in un partito garantista, non devo commentare le parole della premier”. A sostegno del ministro si è espresso, di nuovo, anche Matteo Salvini: “Ribadisco che in Italia si è colpevoli se condannati, non se indagati, sospettati, rinviati a giudizio o sputtanati”.

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