Rassegna Stampa del Cameo

Spero nel vaccino, perché manca un piano B

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Il “Virus di Wuhan” si sta diffondendo in modo veloce, al punto che dal mio eremo, ove vivo protetto da un lockdown volontario (è stata una scelta saggia, anticipatrice di ciò che verrà) riesco a lavorare con serenità, processando un’infinità di informazioni.

Ogni tanto colgo qualche perla. Il “primo” Roberto Burioni mi aveva affascinato, il “secondo”, prono verso le élite sanitarie vanitose e markettare di regime, mi aveva deluso, il “terzo”, quello di oggi, mi ha riconciliato con il “primo”. È tornato secco, diretto, come si conviene a uno scienziato. Ecco cosa ha scritto: “Chiunque vi comunichi in questo momento una data di inizio per la vaccinazione contro Covid-19 vi sta prendendo in giro. Non sappiamo ancora se i vaccini sono in grado di proteggere. Speriamo di saperlo presto, allora potremo fare previsioni. Oggi no.” In soldoni: non sappiamo nulla e non abbiamo alcuna idea.

L’imbarazzante accoppiata Giusppe Conte e Roberto Speranza, nel linguaggio simil Grande Fratello da loro adottato, afferma che “le prime dosi saranno disponibili a dicembre”, facendo capire che le troveremo o sotto l’albero o nelle bisacce dei Re Magi. Una bufala istituzionale, perché un Governo serio di un “popolo serio”, si esprime solo dopo che tutti gli organi scientifico-istituzionali, nazionali e internazionali, si sono pronunciati, dopo che è conosciuto il grado di copertura, dopo che ci sia la disponibilità dei vaccini, e la logistica distributiva sia affidabile (quindi non quella del Commissario in essere) e ci sia, come amano dire loro, un cronoprogramma per la somministrazione. Alcuni scienziati dicono che potrebbe essere necessario un richiamo, quindi ci vuole un doppio cronoprogramma!

La strategia seguita dal Conte Bis, e dalla quasi totalità degli europei, si basa sulla disponibilità di un vaccino “operativo” dai primi mesi del 2021. Questo dovrebbe permetterci di “riaprire tutto” il primo possibile, ma guai se tentassimo di forzare i tempi della scienza. Se ce la facciamo, ovvio augurarselo tutti, sono personalmente convinto che non troveremo più il mondo del gennaio 2020 ma un altro, profondamente diverso, e dei cittadini dal profilo umano molto cambiato.

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