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Taxi senza code negli aeroporti: perché si può

È un dato oggettivo: la Lombardia è la regione-avanguardia del Paese, e Milano è l’avanguardia nell’avanguardia. Proprio per questo, colpisce una lacuna non secondaria a livello di servizi, su cui non a caso l’amministrazione locale ha recentemente manifestato l’intenzione di intervenire. Ci riferiamo alla possibilità, nelle aree aeroportuali e negli snodi infrastrutturali nevralgici (pensiamo, oltre agli aeroporti di Linate e Malpensa, alla Stazione Centrale di Milano), di richiedere il servizio taxi attraverso App o chiamata, senza effettuare la canonica, e spesso chilometrica, coda ai parcheggi. Una possibilità che ad esempio esiste allo scalo di Roma Fiumicino e in molte altre regioni del Paese, ma finora non in Lombardia, meta, specie nel suo capoluogo, di arrivi lavorativi o turistici non di rado collocabili nella fascia medio-alta, dunque a maggior ragione particolarmente abituati ad avvalersi di strumenti tecnologici e digitali nella fruizione dei servizi (un esempio su tutti è costituito da FREE NOW, ex mytaxi, la piattaforma di ride hailing leader in Europa).

Probabilmente anche sulla scorta di valutazioni di questo tipo, la Commissione Territorio di Regione Lombardia, tramite la presidente Claudia Carzeri e il vicepresidente Andrea Monti, si è dichiarata “pronta ad approfondire e valutare la possibilità di introdurre modifiche al regolamento regionale dei taxi nel bacino aeroportuale lombardo, affinché, alla luce anche delle esperienze e delle opportunità già contenute negli analoghi regolamenti di altre regioni italiane, possa essere consentita e facilitata la chiamata taxi tramite app o centralino nelle aree aeroportuali, migliorando e rendendo così più agevole e fruibile il servizio taxi per gli utenti”. La comunicazione è avvenuta al termine di un incontro con i vertici SEA per approfondire l’impatto e i possibili sviluppi del Bridge di Linate, con particolare attenzione ai volumi di traffico e alle prospettive di crescita del sistema aeroportuale.

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LIBERALIZZAZIONI: PROTESTA TAXI, BLOCCO TOTALE A ROMA
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Sono parecchi, infatti, i benefici che deriverebbero dall’intraprendere un tale percorso innovativo anche nella Regione più produttiva del Paese. Oltre all’evidente snellimento delle file, vanno citati senza dubbio il vantaggio immediato riguardante categorie svantaggiate o per svariati motivi sensibili (pensiamo alle disabilità, o alle famiglie con numerosi bambini e relativa attrezzatura al seguito) che possono da subito richiedere una vettura compatibile con le loro esigenze e quello relativo ai metodi di pagamento, per cui l’utente che intende pagare con supporto digitale non è obbligato alla classica ricerca del taxi con carta di credito, ma agendo attraverso le app sa già a monte che ha la possibilità di farlo con diversi strumenti (carte di credito, prepagate, account PayPal o Apple Pay). C’è poi anche un oggettivo guadagno in termini di immagine, per il territorio e le sue professionalità, anche in riferimento alla clientela straniera o comunque “business” che spesso dà per scontata la possibilità di richiedere via app o al telefono il taxi in aeroporto o in stazione.

Proprio il caso di Roma Fiumicino, tra l’altro, mostra come sia possibile coniugare innovazione e tutela, quest’ultima riferita sia al cliente che al tassista. Le chiamate telefoniche e le richieste tramite app, infatti, vengono convogliate esclusivamente alle vetture presenti nel vicino polmone aeroportuale che poi si posizionano nell’Area PickUp, un’area dedicata di raccolta taxi all’interno dell’aeroporto, per cui l’utente è certo che non arrivi una corsa dall’altro capo della città, mentre il driver, che è presente sul posto, è certo di non essere scavalcato senza ragione. Insomma, non esiste una ragione per non implementare un passo del genere anche a Milano, anche in Lombardia, e le istituzioni regionali pare proprio che se ne siano accorte.

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