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Trump, il (non) Nobel per la pace meritato - Seconda parte

Il secondo grande scontento è un altro macellaio (quindi un’altra prova a favore dell’operazione Trump): Recep Erdogan, che accusa esplicitamente gli Emirati di “tradimento”. È il terzo fronte, quello neottomano e sunnita intransigente, che ha l’epicentro a Istanbul e passa per il Qatar e la Fratellanza Musulmana, e ha in comune col totalitarismo sciita iraniano il millenarismo islamico e l’individuazione dei nemici: Israele e l’Occidente.

Il patto storico ottenuto dal puzzone, dall’inadeguato, dal presidente abusivo in svantaggio in tutti i sondaggi contro Biden (vince Hillary, do you remember?), frappone tra Turchia e Iran un fronte Egitto-Israele-Emirati-Sauditi che economicamente, tecnologicamente, militarmente può dare le carte in Medio Oriente. Frenando istinti bellicosi, puntellando l’anomalia democratica israeliana, marginalizzando Russia e Cina. Chissenefrega del Nobel.

Giovanni Sallusti, 17 agosto 2020

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