Esteri

Ucraina, chi è che in Europa frena la guerra contro Putin - Seconda parte

Il nervo scoperto del gas tedesco, il passo indietro degli Stati Uniti: così la Russia non ha trovato ostacoli

Il fallimento di Biden

La potenza militare a guida della Nato è una sola: gli Stati Uniti. Domandiamoci, dunque, che segnali abbia lanciato l’amministrazione Biden. Dopo che il 17 dicembre Putin aveva esplicitato le sue richieste (di fatto un disarmo unilaterale della Nato sul suo fianco orientale), Biden aveva rifiutato di scendere a compromessi, ma al tempo stesso ha detto e ripetuto molte volte che non sarebbe mai intervenuto militarmente in caso di invasione russa dell’Ucraina. E questo è tanto basta per dare luce verde a un potenziale invasore. Fino a questa crisi, infatti, la protezione militare dell’Ucraina era abbastanza garantita dall’ambiguità della Nato sulla possibilità di un intervento armato: interverrebbe o no? Nel dubbio, meglio astenersi. Ma con Biden questa ambiguità è finita. Il presidente americano ha dato anche prova di granitica determinazione al ritiro, come quando, in agosto, ha annunciato la ritirata dall’Afghanistan, annunciandone la data ai Talebani con quattro mesi di anticipo e poi precipitando i tempi dell’evacuazione anche contro il parere dei generali. Il Cremlino, dunque, può star certo che quando il presidente Biden dice che vuole rinunciare a difendere un alleato, fa sul serio. Anche la Cina sta prendendo nota e pregusta il momento della conquista di Taiwan. I giornali di regime già lo dicono dall’estate scorsa: gli Usa non la difenderanno.

Il presidente americano, nell’ultimo mese di crisi si è distinto per aver parlato di invasione imminente molte volte, rendendo pubblici i dati che gli forniva l’intelligence. I fan del presidente democratico si sono precipitati a tessere le lodi di questa nuova strategia, inventando neologismi (“total transparency”, “public intelligence”, ecc…) che fanno cool negli ambienti accademici e giornalistici. Ma questa strategia non ha portato a nulla. “I russi invaderanno” ha detto Biden e la risposta russa è stata “grazie, lo sappiamo”. Punto, fine dei giochi. Dire pubblicamente le cose come stanno e come saranno non è un deterrente, ma semmai un alibi: i direttori delle agenzie di intelligence potranno dire in futuro “noi lo sapevamo”.

Se il deterrente occidentale non ha funzionato, possiamo attenderci una risposta politica ed economica seria? Lo vedremo nelle prossime settimane.

Stefano Magni, 22 febbraio 2022

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