Esteri

Ucraina, intesa sulle terre rare. Trump: “Così Kiev continuerà a combattere”

Gli Usa hanno tolto le clausole sfavorevoli a Kiev: venerdì potrebbe esserci la firma a Washington

Trump Zelensky ucraina © Alexmak7 tramite Canva.com

Dopo giorni di tensione e di botta e risposta roventi, un segnale di distensione tra Usa e Ucraina. Sembra infatti arrivata la fumata bianca tra Washington e Kiev sulle terre rare per un valore di 500 miliardi di dollari. L’intesa era stata bloccatta sette giorni fa dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky per le condizioni capestro imposte da Donald Trump, scatenando l’ira del capo della Casa Bianca. Ora, invece, l’accordo sembra a un passo dalla firma.

Secondo quanto reso noto dal Financial Times e confermato da un alto funzionario ucraino, i due Paesi hanno concordato i termini dell’intesa. Secondo quanto ribadito dal dirigente ucraino ai microfoni dell’Afp, la fumata bianca è arrivata quando gli Stati Uniti hanno eliminato le clausole sfavorevoli. La firma potrebbe arrivare già nella giornata di venerdì. Più cauta la Casa Bianca, che nel briefing serale ha sostenuto che “non ci sono aggiornamenti significativi sull’accordo sulle terre rare”.

Entrando nel dettaglio, la bozza d’intesa non contiene esplicite garanzie di sicurezza per l’Ucraina, ma i funzionari di Kiev hanno tenuto a sottolineare di aver negoziato condizioni migliori. L’accordo viene visto come un modo per ampliare le relazioni con gli Usa e consolidare le prospettive del Paese dopo tre anni di guerra. Così al Financial Times Olha Stefanishyna, vice premier e ministro della giustizia ucraino che ha guidato i negoziati: “L’accordo sui minerali è solo una parte del quadro. Abbiamo sentito più volte dall’amministrazione statunitense che fa parte di un quadro più ampio”.

Il documento prevede un fondo in cui Kiev contribuirebbe con il 50% dei proventi derivanti dalla “monetizzazione futura” delle risorse minerarie di proprietà statale, tra cui petrolio e gas, e la logistica associata. È già arrivato l’ok dei ministri della giustizia, dell’economia e degli esteri, ora l’attesa è legata al viaggio di Zelensky alla Casa Bianca: “Questa sarà un’opportunità per il presidente di discutere qual è il quadro generale. E poi, saremo in grado di pensare ai prossimi passi”.

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“Abbiamo praticamente negoziato il nostro accordo sulle terre rare. Vogliamo i nostri soldi indietro, i contribuenti americani riavranno i loro soldi indietro” la posizione ufficiale di Trump, che ha rimarcato come in cambio dell’accordo sulle terre rare l’Ucraina otterrebbe “il diritto di continuare a combattere“: “Sono molto coraggiosi, ma senza gli Stati Uniti, i loro soldi e il loro equipaggiamento militare, questa guerra sarebbe finita in un lasso di tempo molto breve”.

Nel frattempo i negoziati tra Usa e Russia sembrano spostarsi sempre più verso il business. Mosca ha posto l’accento sulle “vaste opportunità” per l’estrazione di terre rare dal ricco sottosuolo russo in collaborazione con Washington. Ma non è tutto. Spunta infatti anche un piano europeo di collaborazione con l’Ucraina sui “materiali critici”, come lo ha presentato il commissario europeo per la Strategia industriale, Stephane Sejourne, ieri in visita a Kiev. Ma tra Trump e Putin il primo passo deve essere “la soluzione della crisi ucraina”. Dopo di che, ha evidenziato Peskov, i due Paesi potranno dedicarsi a “progetti commerciali, economici e di investimenti”. Tra i primi settori che si potranno prendere in considerazione, l’estrazione delle terre rare, perché “l’America ne ha bisogno e noi ne abbiamo in abbondanza”.

Franco Lodige, 26 febbraio 2025

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