Esteri

Ucraina, la rivelazione dell’ex ambasciatore: “La Nato? Ecco il peccato originale…”

L’intervista a Marco Carnelos ex ambasciatore in Iraq ed ex inviato speciale per la Siria

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Chi segue il nostro giornale sa che rifuggiamo ogni sorta di dogma. Anche sulla guerra in Ucraina, pur convinti che ci sia un aggressore e un aggredito, ci siamo rifiutati di calarci nel ruolo di quelli che abbiamo chiamato “piccoli Putin”: i censori occidentali che mettono all’indice chiunque provi anche solo a ritenere possibile discutere sui limiti della Nato in questa vicenda. Per questo, anziché parlare senza fonti attendibili della presunta pazzia dello Zar di tutte le Russie, preferiamo sottoporvi analisi ragionate. Quelle di Alessandro Orsina, ad esempio, “censurato” dalla Luiss perché sostiene che anche l’Europa e gli Usa abbiano le loro colpe in questa tragedia. E adesso con Marco Carnelos, ex consigliere di Prodi e Berlusconi, già ambasciatore in Iraq ed ex inviato speciale in Siria. Insomma: uno titolato a parlare, non esattamente un “putinista” dell’ultima ora.

La promessa non mantenuta

Secondo Carnelos, intervistato da Dagospia, il “peccato originale” che ha “alimentato una tensione crescente tra Russia e Occidente”, fino a portare alla guerra in Ucraina, sarebbe proprio “l’allargamento a Est della Nato”. Non tanto, o non solo, perché l’Occidente è venuto meno ad “alcune promesse verbali” fatte all’allora Unione Sovietica (“ci sono anche alcuni documenti, prodotti da riunioni di alto livello” che lo proverebbero). E nemmeno perché lo stesso Joe Biden, qualche anno fa, ammise che questo punto sarebbe potuto essere motivo di reazione da parte di Mosca. Ma perché quando il patto di Varsavia, l’alleanza militare che si contrapponeva alla Nato, nel 1991 s’è sciolto, Putin “ha fatto presente in più di un’occasione: ‘Ma contro chi allargate a est la Nato?'”.

Putin è un pazzo?

Da qualche giorno sui giornali italiani e occidentali si rincorrono le voci di una possibile pazzia di Putin. C’è chi dice sia l’effetto di alcuni medicinali, chi di un tumore incurabile, chi ancora cita “fonti non verificabili” di “giornali non affidabili”. “Io non credo che Putin sia pazzo – dice Carnelos – Le sue prese di posizione pubbliche mi sembrano coerenti, benché a tratti inaccettabili”. Presentarlo come un folle è un errore, o meglio “un tipico atteggiamento occidentale: chi non la pensa in un determinato modo, o ha altre categorie mentali, viene marchiato”. Bisogna invece “contestualizzare” il tutto e guardare ad un “disegno storico più ampio”.

“È difficile comprendere l’autocrazia di Putin se non si considera che la Russia non ha praticamente mai conosciuto la democrazia. La norma nella cultura politica russa è l’autoritarismo”. Gli arresti indiscriminati? Un orrore, ovviamente. Ma “se guardiamo gli ultimi vent’anni anche noi in Occidente abbiamo qualche problema con l’esercizio della forza e la gestione del dissenso”. Basti pensare “a come sono stati talvolta repressi i ‘gilet gialli’ in Francia”, dice l’ex ambasciatore. Oppure alla “brutalità della polizia americana”.

L’allargamento a Est

Veniamo dunque all’Ucraina. L’attacco in Ucraina non è l’effetto di una giornata storta di Putin. Ma, sostiene Carnelos, il prodotto di “azioni e omissioni da parte dell’Occidente, affiancate da responsabilità anche russe” che “hanno alimentato le incomprensioni. Se si fosse provato a intavolare un dialogo serio non sarebbe mai scoppiato questo conflitto”. Era evidente a tutti che l’allargamento a Est della Nato “creava un problema alla Russia”.

Gli Usa per anni si sono concentrati sul terrorismo islamico, poi la crescita di Mosca e Pechino ha costretto Washington a riaprire un fronte che immaginava “chiuso”. “Queste grandi potenze, è evidente, si muovono per far valere i loro interessi sullo scacchiere internazionale”, spiega l’ex ambasciatore. Gli Usa potevano fare la voce grossa negli anni ’90 con “la Russia a pezzi e la Cina” ancora in fasce, ma “dal 2012 le cose sono iniziate a cambiare: Pechino è cresciuta esponenzialmente e Mosca ha mostrato la sua insofferenza dopo il primo allargamento della Nato a est nel 1999. Eltsin comunicò a Clinton, vero responsabile del progetto, la sua contrarietà e fu ignorato. L’allargamento fu fatto senza alcuna ragione perché la Russia non minacciava più nessuno”. Si può dire, questo, o si rischia di passare per disertori, traditori, agenti putinisti?

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