Esteri

Ucraina, nuovo attacco in territorio russo: il sospetto dell’attentato

Un nuovo sabotaggio ha colpito i territori di Belgorod, regione russa al confine col Donbass ucraino. Undici militari hanno perso la vita

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Il conflitto tra Mosca e Kiev non si limita solo al cocente territorio del Donbass ed al sud del Paese, dove la Crimea è tornata al centro delle attenzioni strategiche dopo il sabotaggio al ponte Kerch. Nelle ultime ore, infatti, i combattimenti si sono estesi anche ai territori russi vicino al confine con l’Ucraina. È il caso della regione di Belgorod, che nella notte è stata oggetto di numerosi bombardamenti della resistenza.

L’attentato

Fino ad ora, si contano due attacchi, rispettivamente alle reti elettriche locali e ad un deposito di carburante, che hanno portato ad altrettante fortissime esplosioni. La vera notizia, però, rimane l’uccisione di undici reclute del Cremlino, da parte di due soggetti non ancora identificati, all’interno del poligono militare locale. Fonti del ministero della Difesa di Mosca hanno già parlato di “attentato terroristico”, compiuto dai servizi segreti ucraini oppure da due uomini provenienti da un Paese ex sovietico, membro della Comunità degli Stati indipendenti (Csi). Oltre alla dozzina di morti, si aggiungono anche quindici feriti, subito portati in ospedale, ma che sono riusciti a freddare i protagonisti dell’attacco a sorpresa.

Se gli attentatori dovessero appartenere alle forze di resistenza ucraine, o ai servizi segreti di Kiev, si tratterebbe del terzo sabotaggio contro l’aggressore russo in pochi mesi. Prima l’omicidio a Mosca della figlia di Dugin, poi l’esplosione in Crimea, poche ore fa il caso di Belgorod. Per di più, i detrattori d’eccellenza attribuirebbero alla Sbu – 007 ucraini – anche le fughe di gas da Nord Stream 1 e 2, avvenute poche settimane fa nel Mar Baltico, a danno degli Stati scandinavi.

Belgorod: regione strategica

La regione di Belgorod rimane uno dei centri nevralgici del piano bellico di Vladimir Putin. Non è un caso che sia il luogo dove si contano i maggiori passaggi di truppe russe verso l’Ucraina; oltre ad essere diventata un vero e proprio centro di addestramento dei soldati, alle porte del Donbass, dalla mobilitazione parziale indetta poche settimane fa.

Ma non è il primo sabotaggio compiuto nei territori limitrofi all’Ucraina. Proprio nella giornata di ieri, l’esercito ucraino ha colpito per ben tre volte Belgorod, con il sistematico obiettivo di distruggere depositi di petrolio e centrali termiche. Il tutto mentre gli aggressori continuano il loro progressivo ritiro, soprattutto nelle zone di Kherson, dove molti media stimano che il controllo della città, da parte del governo Zelensky, potrebbe essere riacquisito già dalla prossima settimana.

Nel frattempo, la Casa Bianca ha già disposto un nuovo pacchetto di nuove armi e mezzi militari, pronti ad arrivare a Kiev. Il valore si attesta intorno alla mastodontica cifra di 725 milioni di dollari, ma che non contiene i sistemi di difesa antimissilistici, chiesti in precedenza dal presidente Zelensky. “Gli Usa continueranno a stare al fianco del popolo ucraino, mentre difende la sua libertà con straordinario coraggio e determinazione illimitata”, ha affermato il segretario di Stato, Antony Blinken, dopo aver rimarcato come il sostegno, economico e militare, degli Stati Uniti verso la causa ucraina sia salito a 18,2 miliardi di dollari, cifra che potrà solamente aumentare con l’estendersi del conflitto.

Matteo Milanesi, 16 ottobre 2022

 

 

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