Cronaca

“Un imam mi ha detto: ‘Occuperemo la città. Siamo qui per sostituirvi'”

A Monfalcone, dove uno su tre è islamico, scendono in piazza contro Israele. La denuncia del sindaco

Imam Monfalcone © FOTOKITA e .shock da Canva.com

Monfalcone è una piccola città del Friuli-Venezia Giulia, di quasi trentamila abitanti, nota ai più come sede dei principali cantieri navali italiani. Da qualche anno però, è salita agli onori della cronaca non solo per la sua importanza come polo industriale del Nord Italia, ma per un altro, particolare, fattore. Tra i 29.635 abitanti della cittadina friulana il 33% è di religione islamica. Il motivo è chiaro: la cantieristica navale necessita di braccia dedite al duro lavoro, e molte di queste sono straniere. La convivenza, checché ne dicano i martiri della Palestina e di Hamas che in questi giorni hanno imperversato nelle piazze italiane ed europee, è complicata.

Lo racconta il sindaco di Monfalcone, la leghista Anna Maria Cisinit. “È un processo di islamizzazione che va avanti da anni”, dichiara a Libero. E venerdì scorso è stato raggiunto il culmine. Circa 100-150 persone si sono radunate nel centro di Monfalcone urlando “Allah Akbar”, augurando la morte a Israele e inneggiando alla liberazione della Palestina. Il motivo scatenante della discesa in piazza della comunità islamica, secondo il primo cittadino, è da ricondurre alla scelta, dell’amministrazione comunale, di issare al municipio la bandiera di Israele.

Alcuni dati possono aiutare a comprendere il fenomeno. Su circa 30mila abitanti, 7mila sono di religione islamica. Ben il 65% degli studenti nelle scuole è di fede islamica. E, delle 6mila donne che hanno accompagnato i mariti, appena 7 lavorano. “Qualche anno fa – spiega il sindaco Cisint – un imam ha ammesso candidamente: ‘occuperemo la città’. A noi non interessa l’integrazione. Siamo qui per sostituirvi'”. Non solo: a causa del fenomeno dei ricongiungimenti famigliari, in città “ormai vanno in giro con il velo integrale. Le bambine di 14 anni, raggiunta la maturità sessuale, vengono spedite nei Paesi d’origini per sposarsi. Io stessa ho salvato quattro ragazzine che stavano per essere obbligate a sposarsi per forza. Una aveva dei tagli in testa”.

Scene di ordinaria follia, inaccettabili in uno stato laico come il nostro. Il Sindaco però non ha intenzione di restare a guardare. Sempre a Libero ha dichiarato che a fine novembre porterà in consiglio comunale un provvedimento per sanzionare chi indossa il velo integrale. Inoltre “sarà obbligatorio parlare in italiano nei centri culturali. Ovvero moschee non autorizzate”. Non saranno certo le minacce di un imam a fermarla, il coraggio non le manca. La speranza, come sempre in questi casi, è che i suoi appelli non restino inascoltati.

LC, 2 novembre 2023

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