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5 domande a Draghi su tamponi e lockdown - Seconda parte

Si potrebbe inoltre osservare che i tamponi sono un esperimento fatto nell’ultimo anno. Non si è mai considerata una persona che si sente bene e non è di fatto malata come “contagiata” perché “positiva” ad un test che rileva tracce di virus. L’idea dei tamponi attuali viene da uno studio di un affermato virologotedesco Christian Drosten pubblicato a gennaio 2020 peraltro con una “review” durata due giorni contro idue o tre mesi che vengono richiesti di solito. Lo studio è stato successivamente criticato da dozzine di scienziati, ma una volta che i governi hanno adottato la politica dei tamponi non si è più tornati indietro.

In conclusione, se i dati su cui si appoggia la politica del lockdown di Draghi, dopo quella di Conte, si basano, esattamente come quella di Conte, solo sui “tamponi” positivi non c’era bisogno di Draghi. A ben vedere non sono i dati che impongono le chiusure, sono le chiusure che impongono quei dati.

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