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Albania, imbarazzo a sinistra

Rep&Co. nascondono la notizia, mentre il Pd e gli altri partiti interpretano il dispositivo in maniera piuttosto fantasiosa

Meloni migranti Albania © shironosov tramite Canva.com

Un Capodanno complicato per la sinistra e i suoi house organ. Non si tratta della tenuta del governo – anche se saranno un po’ delusi quelli che profetizzavano una caduta – e nemmeno degli ultimi sondaggi, che comunque non sorridono. Il boccone amaro è legato all’ordinanza interlocutoria pubblicata ieri dalla Corte di Cassazione in merito al provvedimento di non convalida del trattenimento di uno straniero proveniente dall’Egitto, trasferito in Albania e poi liberato dal Tribunale di Roma.

Come ormai noto, i giudici della Prima Sezione della Cassazione riconoscono che, nella definizione di “paese sicuro”, il giudice “non si sostituisce” nella valutazione “che spetta, in generale, soltanto al Ministro degli affari esteri e agli altri Ministri che intervengono in sede di concerto”, ma “è chiamato a riscontrare, nell’ambito del suo potere istituzionale, la sussistenza dei presupposti di legittimità della designazione di un certo paese di origine come sicuro, rappresentando tale designazione uno dei presupposti giustificativi della misura del trattenimento”.

In altri termini, la Suprema Corte pone una pietra tombale sulle speranze della sinistra nostrana: la lista della definizione dei paesi sicuri e le politiche migratorie spettano al governo, non ai magistrati, che hanno dimostrato a volte di fare un uso politico della giustizia. E l’ordinanza interlocutoria premia il modello Albania, studiato e apprezzato in tutta Europa e contrastato solo dalla sinistra italiana, ovviamente per mera ideologia. Un piano che fa parte della strategia messa a punto dal governo, premiata anche dei numeri: riduzione degli sbarchi del 58% e aumento del 20% dei rimpatri.

La sinistra si conferma impegnata esclusivamente a provare a sabotare le soluzioni concrete nel contrasto all’immigrazione irregolare e alla tratta di esseri umani nel Mediterraneo. Ma anziché rivedere le proprie teorie strampalate – ricordate i pipponi sullo spreco di denaro pubblico? – la sinistra non ha accettato quanto deciso dai giudici, interpretando in maniera a dir poco particolare quanto stabilito, ossia che un magistrato non può arrogarsi il potere di decidere sulla sicurezza di uno Stato di partenza.

I compagni si sono soffermati esclusivamente alla parte in cui – per rispetto, la Cassazione rinvia la causa alla Corte europea. Il verde Angelo Bonelli ha tirato in mezzo anche la povertà che aumenta nel mondo, i “migranti climatici” e la guerra “finanziata” con 2.500 miliardi di dollari all’anno di spese per armi. Mancavano solo Donald Trump e l’esonero di Paulo Fonseca. Riccardo Magi di +Europa dedica il suo intervento ai centri in Albania, definiti “cattedrali nel deserto a spese dei contribuenti”, mentre l’immancabile dem Pierfrancesco Majorino – speranzoso di cogliere l’eredità di Sala – si supera: accusa il centrodestra di trasformare il pronunciamento della Cassazione, cogliendo la palla al balzo per buttare nel calderone il superamento della Bossi-Fini.

Ma non solo. Se la reazione dei partiti di opposizione è anche comprensibile, sorprende la reazione dei giornali schierati a sinistra. Parliamo di Repubblica e dei suoi fratelli. Partiamo proprio dal quotidiano diretto da Mario Orfeo, che ha dedicato attenzione esclusivamente al rinvio della questione all’Ue, senza indugiare sul supporto alla linea del governo Meloni. Ovviamente la notizia non è in apertura, bisogna scorrere la home per parecchi secondi. Ma non sorprende. Stesso discorso per La Stampa, che si sforza proponendo un articolo di interpretazione dell’ordinanza interlocutoria della Suprema Corte. Sul Manifesto è necessario assumere qualche investigatore privato per trovare tracce della notizia.

Insomma, è piuttosto chiaro: la Cassazione non ha portato belle notizie ai compagni. Magari il 2025 sarà più fortunato…

Franco Lodige, 31 dicembre 2024

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