Cultura, tv e spettacoli

Amadeus abdica, corsa alla successione: chi è il favorito per Sanremo

L’eredità del conduttore è pesante. Chi può raccoglierla? E la Rai pensa ad un’altra idea: modificare il format del Festival

Festival di Sanremo e Amadeus

Il Festival di Sanremo santo e dannato. Punto di riferimento ormai imprescindibile per la Rai, che l’ha trasformato in una gallina dalle uova d’oro, ma anche un enorme cruccio per il futuro. Già: perché dopo cinque edizioni da record, tutte in mano al “padre padrone” Amadeus, come usa scherzare anche Fiorello, adesso ci sarà da trovare un sostituto e non sarà affatto semplice.

L’ultima edizione ha visto nuovamente “Ama” nei panni sia di conduttore che di direttore artistico, ruoli in cui ha confermato il suo talento nell’innovare pur mantenendo le tradizioni che animano il Festival da decenni. Nonostante il successo ottenuto, Amadeus ha preso la decisione di fare un passo indietro, annunciando che questa edizione sarà l’ultima per lui. “Sento che è il momento di fermarmi”, ha spiegato in conferenza stampa, esprimendo il desiderio di esplorare nuovi orizzonti professionali.

I numeri dell’edizione appena conclusa parlano chiaro: con una serata finale che ha attratto 14.301.000 spettatori e con un incremento significativo degli ascolti rispetto all’anno precedente, culminando in un share del 74,1%, il Festival si conferma un successo senza precedenti anche dal punto di vista economico, con introiti per Rai Pubblicità pari a 60,2 milioni di euro.

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La grande domanda ora è: quale direzione prenderà il Festival di Sanremo senza Amadeus? Se da un lato è probabile che la Rai tenti di convincerlo a rimanere, l’ad Roberto Sergio ha già dato appuntamento ad Ama e Ciuri tra quindici giorni, anche perché identificare un successore rappresenta una sfida enorme. Chi può eguagliare un risultato così? Difficile fare di meglio, soprattutto all’anno “zero” del post Amadeus. Ma anche solo avvicinarsi a certi numeri potrebbe essere complicati.

Le opzioni in campo sono tre. La prima guarda ai nomi interni: Carlo Conti, Antonella Clerici, Milly Carlucci e Marco Liorni, noti per la loro esperienza nella conduzione di eventi televisivi di grande rilievo. Sono tutti volti che non avrebbero molto da perdere in caso di mezzo flop in termini di ascolti. Meno probabile la carta Alessandro Cattelan, non da solo almeno, anche solo per evitare di “bruciare” un conduttore ancora giovane. La seconda idea potrebbe essere quella di puntare ad un esterno, come Paolo Bonolis, che il Festival l’ha già condotto, sa come si fa e al momento pare essere pure il favorito. Infine, terza ipotesi, affidare il tutto ad un cantante (Laura Pausini?) che metta tutti d’accordo.

Secondo il Corriere, però, la strategia per non far sfigurare l’erede di Amadeus (e non rischiare di trovarsi di fronte a tanti “no”) potrebbe essere quella di cambiare del tutto format. Così da impedire una comparazione di numeri. Il Festival di Sanremo potrebbe ridursi drasticamente in termini di orario, chiudendo ogni serata non oltre mezzanotte e mezza. A quel punto la gara sarebbe sull’ascolto medio e non sullo share. E permetterebbe a tutti di vedersi ogni serata fino in fondo.

Franco Lodige, 12 febbraio 2024

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