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Cosa non torna nell’attentato a Trump. Ci riproveranno

La sinistra e i media continueranno a demonizzare Trump, proprio come hanno fatto negli ultimi cinque anni, ma non sanno a cosa vanno incontro

Donald Trump attentato

Mi sarei astenuto dallo scrivere del tentativo di assassinio di Donald Trump, ma ci sono troppe cose che devono essere ribadite.

I media hanno sottolineato il fatto che l’assassino era registrato come repubblicano (anche se ha fatto donazioni ad organizzazioni di estrema sinistra). È stato dimenticato però che mesi fa i Democratici hanno esortato altri democratici a registrarsi come repubblicani per votare contro Trump alle primarie. È stato descritto come l’unico ventenne sulla Terra presumibilmente senza social media.

I presidenti Lincoln e Kennedy furono assassinati da democratici. Franklin Delano Roosevelt è stato quasi assassinato da un liberal.

Cosa non torna

Qualcosa non torna nell’attentato stesso. Primo, l’unico edificio con una visuale chiara ed evidente verso la manifestazione non era presidiato dalla polizia o dal Secret Service.

Secondo, l’assassino tira fuori una scala dalla sua macchina e la porta, insieme ad un fucile e uno zaino, all’edificio in bella vista. Terzo, un agente sale la scala, vede l’assassino e poi scende. E non lo segnala a nessuno. Quarto, decine di civili hanno visto l’assassino salire sul tetto dell’edificio con un fucile e lo hanno segnalato alle autorità ma sono stati ignorati (ci sono diversi video su TikTok in tal senso).

Quinto, indossava abiti scuri su un tetto bianco, quindi risaltava e poteva essere visto dalle piattaforme della manifestazione. Sesto, ha sparato ben 8 colpi prima che venisse intrapresa qualsiasi azione per eliminarlo. Settimo, diversi membri del personale del Secret Service sono stati ritirati dalla squadra per coprire un evento con Jill Biden (come se ci fossero persone che la volevano morta).

Il capo del Secret Service è in “quota diversità”, ha spesso ripetuto il mantra DEI (Diversità, Inclusività, Equità) e ha assunto donne basse e grasse per proteggere Trump. Ha affermato che il personale della sicurezza non è stato mandato sul tetto dove si era posizionato comodamente l’assassino perché troppo inclinato. E ora il segretario del Dipartimento di sicurezza interna Mayorkas e i suoi tirapiedi stanno ostacolando un’indagine del Congresso.

Nessuno vuole dire che si sia trattato di un complotto di un’amministrazione composta da individui con un odio accecante e ossessionato per Trump. Ma molti lo stanno pensando.

L’agenzia che dovrebbe sorvegliare Trump fa parte della burocrazia che per anni ha rifiutato di accusare Hunter Biden dei crimini da lui commessi, ha depositato prove a Mar-al-Lago, si è recata a Mar-al-Lago con armi cariche pronte a sparare. È stata anche indirettamente coinvolta in azioni legali contro Trump. E ha preso parte alla persecuzione dei cattolici e dei genitori che si opponevano all’indottrinamento nelle scuole (vengono etichettati come “terroristi domestici”).

Negli ultimi due anni, le “teorie del complotto” che avevano una cattiva reputazione si sono rivelate accurate. Ma dovremmo credere che sia stato tutto un errore. Certo…

Fight!

Trump è diventato esponenzialmente più attraente per la sua audacia pochi secondi dopo essere stato colpito, prima rifiutandosi di andarsene, poi alzando il pugno e urlando “Fight! Fight! Fight!” Perfino mia figlia, tiepida nei suoi confronti, ha esclamato: “Wow, che uomo!” Qualunque altro politico si sarebbe rotolato come un porcellino e sarebbe stato portato via sul furgone dove si sarebbe succhiato il pollice.

Un assassinio riuscito così vicino alla Convention repubblicana avrebbe potuto produrre (dopo un fiume di discorsi e articoli sulla necessità di riconciliazione, retorica attenuata e ipocriti appelli alla civiltà e al perdono, nel tentativo di evitare ritorsioni) un candidato repubblicano disposto a “tendere la mano” (tradotto: fare tutto ciò che i Democratici gli dicono di fare).

Il primo ministro slovacco Robert Fico, sopravvissuto a un tentativo di omicidio, ha accusato i media slovacchi di fomentare l’odio. Dopo aver saputo dell’attentato a Trump, ha affermato che si è trattato della copia esatta di ciò che gli era accaduto: “E ora assisteremo a discorsi sulla necessità di riconciliazione, pacificazione e perdono”.

Ci riproveranno

Ci riproveranno. Per due ragioni, indipendenti l’una dall’altra. La prima è psicologica. Numerosi sono gli studi che hanno verificato che il fenomeno dell’emulazione di crimini (e suicidi) è legato al grado di copertura mediatica dell’evento iniziale. I tentativi di omicidio che hanno coinvolto il presidente Ford ne sono un esempio.

La seconda ragione è il fattore nefasto. La sinistra e i media continueranno a demonizzare Trump, proprio come hanno fatto negli ultimi cinque anni; stiamo già vedendo la macchina della propaganda all’opera quando gli spacciatori di propaganda incolpano la vittima. È stato notato anche all’estero, e un giornale lo ha definito “un clima di odio” da parte dei liberal. Poi ci sono le élite che non vogliono che torni alla Casa Bianca e che lanceranno le loro macchinazioni per distruggere l’America.

Aggiungiamo a tutto questo i singoli, comprese le celebrità che sorseggiano caffelatte e sniffano cocaina, che nutrono un odio divorante e ossessivo nei confronti di Trump e credono che sia la reincarnazione di Hitler, al punto da photoshoppare una foto di Trump per farlo assomigliare al dittatore tedesco. Quindi potrebbe esserci un altro tentativo.

Credo fermamente che gli spacciatori di odio e totalitarismo non abbiano pensato a quali sarebbero i risultati se il loro desiderio fosse soddisfatto. Pochissime persone lo hanno fatto. Perché sembra che i conservatori non se ne staranno tranquilli. Quindi, in questo spirito, e considerando il fatto che così tanti esponenti della sinistra sono sconvolti dal fatto che sia sopravvissuto al tentativo di omicidio, prevedo che ci riproveranno.