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Autonomia: i veneti si sono espressi e Roma finalmente si muove

Dal referendum del 2017 i veneti sono stati ignorati dai governi di sinistra, ma ora il disegno di legge Calderoli è all’esame delle Camere

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“Sì, lo voglio”. No, non è una promessa di matrimonio, ma la risposta dei veneti al referendum di domenica 22 ottobre 2017, quando il 98 per cento dei cittadini ha votato per l’autonomia, dando a Roma un segnale chiaro che la sinistra ha voluto ignorare. Un chiaro messaggio di libertà.

I numeri

I veneti versano allo Stato più di 70 miliardi di euro all’anno, eppure i servizi che lo Stato offre ne valgono appena 52: ad ogni veneto infatti lo Stato toglie 3.700 euro in più di quanti ne restituisca in servizi. Ma nelle altre regioni? I lombardi non se la passano meglio, dato che lo Stato porta loro via 5.200 euro in più di quanti poi ne restituisca.

Ma se alcuni ci perdono, altri ci “guadagnano”, ed è il caso di regioni come la Campania di De Luca: la disastrosa gestione da parte della sinistra costa agli italiani 10 miliardi di euro all’anno, soldi che puntualmente vengono sprecati a spese anche dei cittadini campani, che convivono da sempre con una sanità disastrosa, un sistema di trasporti praticamente inesistente e una gestione dei rifiuti da Paese del terzo mondo.

L’impegno del governo Meloni

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i partiti della maggioranza fin dall’inizio della campagna elettorale si sono impegnati a rendere autonome tutte le regioni che ne hanno fatto richiesta, come la Lombardia, la Toscana, il Piemonte e appunto il Veneto.

Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge del ministro Calderoli, che ha avuto l’ok anche da parte delle Regioni; ora il testo dovrà essere approvato dal Senato e dalla Camera, dove il centrodestra ha una maggioranza netta.

La speranza per noi veneti e per tutti i cittadini delle regioni che ne hanno fatto richiesta è di poter raggiungere l’autonomia entro il 2024, come annunciato dal ministro Calderoli. In fondo è la Costituzione stessa a sancire che le Regioni possono chiedere maggiore autonomia, ma la sinistra ha sempre ignorato le richieste dei cittadini, concentrandosi sul tassare ancora di più i lavoratori per finanziare misure come il reddito di cittadinanza e il Bonus 110.

I benefici

La Regione e i comuni del Veneto si distinguono per la qualità con cui gestiscono i servizi, garantendo dei buoni livelli di prestazione ad un costo comunque basso per il cittadino, ecco perché sarebbe bene affidare loro molti servizi che lo Stato gestisce male e a costi molto superiori come i trasporti, la scuola, l’ambiente, la ricerca e la sicurezza sul lavoro.

Una gestione dei servizi più vicina al territorio riesce ad essere più connessa al cittadino e alle sue esigenze, è meno costosa perché i politici devono rispondere direttamente del proprio operato, è più efficiente perché il Veneto spende già con attenzione i soldi che riceve dai cittadini; è conveniente anche per il Sud, dove i politici saranno finalmente costretti ad amministrare con cura quanto avranno a disposizione.

Finalmente abbiamo un governo che ha mostrato segnali di concretezza sul tema dell’autonomia, ma noi veneti abbiamo il dovere di far valere la nostra volontà fino a quando non saremo, finalmente, una Regione autonoma.

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