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I braccialetti di Amazon e la campagna elettorale

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BRIESELANG, GERMANY - SEPTEMBER 04: A worker prepares packages for delivery at an Amazon warehouse on September 4, 2014 in Brieselang, Germany. Germany is online retailer Amazon's second largest market after the USA. Amazon is currently in a standoff with several book publishers over sales conditions and prices for e-books, and hundreds of authors in the US and Europe have written letters in support of the publishers. (Photo by Sean Gallup/Getty Images)

Poco più di due mesi alle elezioni. Significa che ogni scusa è buona per fare campagna elettorale. Ed è ciò che è successo oggi, in relazione al braccialetto elettronico brevettato da Amazon, depositato dalla società due anni fa e solo in questi giorni riconosciuto come valido. Come sono rapidi i tempi della burocrazia!

Secondo il New York Times non ci sono prove che Amazon voglia davvero produrre e far indossare ai suoi dipendenti i braccialetti elettronici. E anche se i braccialetti fossero prodotti e distribuiti ai lavoratori dei magazzini non servirebbero a “controllarli”, come suggeriscono invece le dichiarazioni dei politici italiani.

Questi braccialetti, infatti, si triangolerebbero con dei sensori sugli scaffali dei prodotti in modo da segnalare ai dipendenti se hanno preso quello giusto: verifica che ora viene fatta successivamente con altri sistemi di controllo automatici. Servirebbero quindi a misurare la posizione della mano di un dipendente in relazione a uno scaffale, e non a controllarne i movimenti durante l’orario di lavoro.

A proposito delle altre terribili condizioni di lavoro di Amazon, giova ricordare: il caffè gratis, i ticket restaurant, la palestra, la piscina, le navette, ecc. Inoltre, i dipendenti Amazon godono dei salari più alti nel settore della logistica e di diversi benefit, tra cui l’assicurazione sanitaria e l’assistenza medica privata, oltre a sconti sul portale.

Chi lavora ad Amazon e non è contento di queste condizioni è libero di licenziarsi e trovare un lavoro presso un datore di lavoro più magnanimo. Perché da Amazon ci si può licenziare, mentre da uno Stato che ogni giorno impone nuove tasse (ecco l’ultima) non si può. Su questo bisognerebbe fare battaglia politica. Sulla realtà illiberale dello Stato italiano, alle cui condizioni dobbiamo sottostare tutti i giorni. Condizioni che nessuno di coloro che si sono scagliati contro Amazon, ha intenzione di cambiare in meglio.

Va, inoltre, segnalato che Amazon, assieme ad altre compagnie americane, sta progettando di entrate nel mercato della Sanità americana. Un mercato molto regolamentato e protetto, a differenza di quanto molti politici e intellettuali (affezionati alle fake news e ai luoghi comuni) vorrebbero farci credere, ed enormemente distorto. Distorsione che ha provocato nel corso degli anni un continuo aumento delle assicurazioni. Amazon & Co. vorrebbero elaborare soluzioni che permettano di abbassare i prezzi della sanità, in primis per i propri dipendenti (alla faccia delle terribili condizioni contrattuali). Ben venga Amazon, ben venga l’innovazione. I luddisti, invece, lasciamoli nel XIX secolo.

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