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“Serve tempo” per il nuovo Governo… E a Roma arrivano i “watchmakers”

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“Serve tempo”, dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E a Roma arrivano i watchmakers. Le opere di Hajime Asaoka, Christophe Claret, Ludovic Ballouard, De Bethune, Philippe Dufour, Laurent Ferrier, Romain Gauthier, Kari Voutilainen, Vianney Halter, Christian Klings, Jean Daniel Nicolas e Roger W. Smith sono piccole, ma grandi, meraviglie dell’arte dell’orologeria. “Watchmakers. The Masters of Art Horology”, mostra prodotta da Maxima, galleria d’arte moderna e contemporanea di cui è curatore Claudio Proietti e allestita nello spazio Extra Maxxi di via Guido Reni, realizzata in collaborazione con Phillips in Association with Bacs & Russo, illustra le capacità creative dei massimi orologiai mondiali. Storie accomunate dalla passione per la perfezione, con uomini di ogni area del pianeta, anche se per la maggior parte concentrati in Svizzera con i loro laboratori, impegnati a superare continuamente i limiti della tecnica.

L’arte orologiaia, partendo da Ginevra nel tempo si è diffusa anche nei dintorni della città, soprattutto verso nord e verso est, dove i contadini nei mesi invernali, quando non potevano lavorare i campi, si trasformavano in veri e propri architetti del tempo, dedicandosi alla fabbricazione di orologi: ma esistono singoli autodidatti che sono riusciti a coltivare studi unici progettando macchine del tempo incredibili, anche in Giappone, oggetti che richiedono anni di attesa pur di poterne entrare in possesso. Per Proietti si tratta “non soltanto di una mostra di orologi, ma di sculture in movimento”. E i collezionisti sono disposti a mettersi diligentemente in fila pur di ottenere uno di questi prodotti nati dalla mente umana e dalle abilità artigianali, senza discutere il prezzo richiesto.

Alcuni creatori sono venuti a Roma, per partecipare alle giornate di esposizione, fino al 15 aprile, per raccontare fin nei dettagli le diversità delle loro opere. E spesso questi geni vengono esibiti come trofei anche per motivi politici, permettendo di eleggere i loro orologi come simboli della grandezza di una nazione. Uno tra tutti? Di Smith è possibile ammirare “The Great Britain”, concepito e realizzato nel 2013: il quadrante, composto da circa trentaquattro parti singole, celebra la Gran Bretagna con una bandiera decentrata dell’Unione leggibile solo grazie all’utilizzo di elementi dalle diverse texture. Watchmakers debutta a Roma per poi volare a New York dal 26 al 30 aprile nella Phillips NY Gallery del 450 Park Avenue, per proseguire a Hong Kong dal 24 al 28 maggio al Mandarin Oriental Hotel, per arrivare infine a Londra nel quartier generale di Phillips a Berkeley Square dal 19 al 26 giugno. In occasione della mostra è stato realizzato un coffee table book di 252 pagine, edito da Acc Art Book, con foto di Guy Lucas de Peslouan.

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