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“Finalmente un premier che parla alle comunità dimenticate”. Intervista al deputato Tory Marco Longhi

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Origini fieramente italiane ma dal 12 dicembre 2019 Member of Parliament per la constituency di Dudley North nelle West Midlands. E lo è diventato quasi con un plebiscito: oltre 11 mila voti in più del candidato Laburista. Marco Longhi è il parlamentare italo-inglese che ha accolto Boris Johnson nel giorno in cui il premier, proprio a Dudley, ha pronunciato uno speech che finirà nei libri di storia: quello sul New Deal che dovrà portare il Regno Unito fuori dalla recessione causata dal coronavirus. Il Right Honourable Member ha accettato di rispondere alle domande di Atlantico Quotidiano su Brexit, Johnson, lotta al Covid-19 e non solo.

DANIELE MELONI: Il primo ministro è venuto a Dudley a esporre il suo New Deal. Perché? Secondo Lei come ha risposto la città?

MARCO LONGHI: Dudley ha risposto alla grande all’arrivo di Johnson. Il suo intervento è stato molto apprezzato qui, anche sui social. Dudley è una town, la culla della Rivoluzione industriale. Qui si sono sempre “fatte le cose”. Nonostante ciò, negli ultimi decenni molti lavori sono stati persi a causa dei minori costi di produzione in Cina, Taiwan e India e la comunità ha sofferto molto per questo. La gente ha visto che il primo ministro vuole dare una mano alle comunità che sono state dimenticate e il suo intervento ha stabilito una roadmap non solo per l’uscita dall’emergenza Covid, ma anche per dare nuove opportunità generazionali alla nostra cittadina.

DM: Johnson è stato rooseveltiano nel definire il suo piano di uscita dalla recessione. Dal credo thatcheriano nel libero mercato, all’austerity di Cameron siamo passati alla riscoperta di Keynes in casa Tories. Come ha reagito il partito? C’è una nuova dottrina politica che lo guida al vertice?

ML: Il mio pensiero è che il governo non deve mai essere dogmatico o ideologico nelle sue politiche economiche, e non solo. Deve rispondere a quelle che sono le sfide del momento in modo ragionato e più adatto al contesto del momento. È storicamente dimostrato che il libero mercato, pur con tutti i suoi difetti, ha sempre avuto maggiore successo rispetto a modelli che si sono poi dimostrati fallimentari. La Cina comunista ha adottato un approccio commerciale occidentale – sebbene fortemente orientato dallo Stato – ed è passata dall’essere un paese del terzo mondo a una superpotenza economica. Il Venezuela non ha imparato la lezione, purtroppo per i suoi cittadini. Il coronavirus ha cambiato le carte in tavola ma sono d’accordo con il modo in cui il governo britannico sta operando. Credo nel New Deal di Johnson ma tutti sappiamo che bisognerà ristabilire in fretta un modus operandi economico che sia più vicino alle nostra tradizione di libera intrapresa e libero mercato.

DM: Lei è stato uno dei nuovi MP eletti nell’ondata pro-Tories nell’Inghilterra post-industriale. Quali sono le preoccupazioni più grandi della comunità che rappresenta? Com’è il nuovo lavoro di parlamentare?

ML: A Dudley le persone sono preoccupate per i loro posti di lavoro, per l’istruzione e per il reskilling del lavoro nel futuro. In passato tutti i governi britannici si sono dimenticati della nostra comunità e dei suoi bisogni. Da quando sono stato eletto sto collaborando con il ministro per il commercio (Liz Truss, ndr) e il suo team per verificare le opportunità che nasceranno per Dudley e le sue PMI con i nuovi Accordi di Libero Scambio.

DM: La Brexit, il Covid-19, la riforma della pubblica amministrazione. Il Regno Unito sta cambiando come non mai negli ultimi quarant’anni. Cosa riserverà il futuro al Paese?

ML: Ah, se solo avessi una sfera di cristallo! Sono ottimista per il futuro del Regno Unito. Il Cancelliere dello Scacchiere (Rishi Sunak, ndr) è intervenuto per sostenere lavoratori e aziende e proteggerli dagli effetti devastanti del lockdown. Sono convinto che la nostra economia riprenderà presto a crescere anche grazie a queste misure. Ma non sarà una passeggiata. Il debito alla fine dovrà essere ripagato, questa è una maratona non uno sprint. Tuttavia ci siamo messi nelle condizioni migliori per durare per tutta la gara. Il cambiamento è difficile ma il coraggio e l’innovazione dovranno avere la meglio sul pessimismo anche in una situazione critica come quella che stiamo vivendo.

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