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Gaffe Raggi: si vanta di un’apparizione su una tv iraniana condannata da Onu e Ue per violazione dei diritti umani

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Vogliamo credere che quanto accaduto il 21 settembre scorso sul profilo Facebook del sindaco di Roma Virginia Raggi sia frutto solamente di una grande ignoranza. In quella data, infatti, Raggi si è vantata pubblicamente di un breve servizio andato in onda sul canale tv iraniano (in lingua inglese) Press TV, relativo all’iniziativa del Comune di Roma “+Ricicli, +Viaggi”.

Premettendo che l’ignoranza non è completamente giustificabile, soprattutto al tempo di internet, ribadiamo di voler considerare quanto accaduto un incidente grave ma involontario. Grave, perché Press TV è un canale che, dall’anno della sua creazione, si è reso protagonista di abusi dei diritti umani condannati persino dalle Nazioni Unite. Nato nel 2007, è il canale in lingua inglese dell’Iran, che dipende direttamente dalla tv di Stato di Teheran, l’IRIB. Come suddetto, da quando ha iniziato a trasmettere, questo canale si è caratterizzato per essere una mera voce di propaganda del regime khomenista. Peggio, come denunciato dalle organizzazioni dei diritti umani e da rappresentanti speciali dell’Onu per l’Iran come Ahmed Shaheed, Press TV ha abusato dei diritti umani, mandando in onda confessioni forzate dei prigionieri iraniani condannati spesso senza alcuna prova.

Per sapere tutto questo bastava farsi una ricerca e scaricare il report della ong “Justice For Iran”. Più facile ancora, sarebbe bastato aprire la pagina Wikipedia in Italiano – peraltro non aggiornata – per sapere che Press TV è stata condannata nel Regno Unito per aver trasmesso in tv la confessione forzata del reporter iraniano-canadese Maziar Bahari, arrestato mentre seguiva le proteste anti-regime del 2009. Oppure, nel 2010, Press TV mandava in onda un documentario su Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna accusata senza prove di aver ucciso il marito insieme al suo amante. Per dimostrare la colpevolezza di Sakineh, Press TV mandò in onda una ricostruzione dei fatti in cui – come si scoprì successivamente – costrinse il figlio della Ashtiani ad interpretare il ruolo dell’assassino del padre (mentre girava quelle scene, il figlio di Sakineh era agli arresti…). Peggio, solamente poco tempo fa, i canali della tv di Stato IRIB – di cui Press TV è parte – hanno mandato in onda la confessione forzata di Ahmadreza Djalali, il ricercatore medico iraniano–svedese incarcerato a Teheran con un’accusa di spionaggio mai provata (e già condannato alla pena capitale). Il caso Djalali coinvolge direttamente l’Italia perchè Ahmadreza ha studiato a Torino, all’Università del Piemonte Orientale.

Potremmo continuare, ma riteniamo che bastino queste poche informazioni per far capire cos’è veramente Press TV e perché c’è ben poco da vantarsi di finire citati da un canale del genere. Concludiamo ricordando che, sia il precedente amministratore delegato di Press TV (Mohammad Sarafraz), che
quello attuale (Ezzatollah Zarghami), sono stati sanzionati dall’Ue, tra il 2012 e il 2013, per abuso dei diritti umani, proprio per aver mandato in onda su tutti i canali IRIB (Press TV compresso) le confessioni forzate dei detenuti in Iran.

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