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La coraggiosa denuncia del Patriarca maronita contro Hezbollah e l’influenza iraniana in Libano

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E ora Hezbollah minaccia direttamente il Patriarca maronita Bechara al-Rahi. Sono queste le terribili notizie che giungono da Beirut, dove un gruppo di sostenitori del gruppo terrorista Hezbollah – proxy iraniano per eccellenza – ha deciso di diffondere il terrore nelle strade della capitale libanese, percorse sventolando la bandiera della Repubblica Islamica e cantando slogan a sostegno di Nasrallah e Khamenei.

La protesta filo-iraniana a Beirut è scattata domenica scorsa, organizzata come reazione alle coraggiose parole di denuncia del Patriarca maronita al-Rahi in merito a quanto accade all’interno del Libano. In un discorso pubblico pronunciato davanti a migliaia di persone, ha denunciato la corruzione interna libanese e invocato una grande conferenza internazionale, al fine di garantire la neutralità del Libano e permettere all’esercito libanese di estendere il proprio potere su tutto il territorio nazionale, come avviene negli “Stati normali”. Non solo: al-Rahi ha anche denunciato come Hezbollah non sia un gruppo di “resistenza”, ma un gruppo terrorista alle dipendenze di un Paese estero – l’Iran – che riempie il Libano di armi illegali.

Le parole del Patriarca maronita hanno scosso il Paese, suscitando ampia approvazione ma anche scatenando la rabbia degli sciiti filo-iraniani, che sono scesi in piazza per dimostrare la loro forza. Insieme alla protesta popolare, è arrivata quella “istituzionale”: il segretario di Hezbollah Hassan Nasrallah ha condannato la proposta di una conferenza internazionale per la neutralità del Libano, così come ha fatto il parlamentare di Hezbollah Hassan Fadlallah.

A questo punto, sarebbe auspicabile che dalla comunità internazionale giungano dichiarazioni di sostegno al Patriarca al-Rahi e a tutti coloro che in Libano chiedono un reale cambiamento. Un cambiamento che non può che passare, obbligatoriamente, per il disarmo di Hezbollah e per la fine della nefasta influenza iraniana nel Paese, che in questi ultimi trent’anni ha causato solo terrore e violenza. Si apre una finestra di opportunità da non sciupare, anche nel rispetto delle centinaia di vittime dell’esplosione al Porto di Beirut, causata da chi ha deciso di stipare in quella zona tonnellate e tonnellate di nitrato d’ammonio. Lo stesso nitrato d’ammonio che – secondo quanto denunciato mesi fa dall’ambasciatore americano Nathan Sales – Hezbollah avrebbe usato per colpire gli israeliani a Burgas nel 2012, provato ad usare a Cipro nello stesso periodo e nascosto in alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia

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