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Lontani da sguardi indiscreti, Pd e 5 Stelle preparano la legge elettorale peggiore possibile

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La maggioranza pensa a salvarsi le poltrone con un sistema proporzionale senza preferenze, mentre il Paese affonda per la crisi economica

“Se gli italiani hanno fame, che mangino il proporzionale”. Sembra assurdo trovarsi a parlare di legge elettorale in pieno luglio, con il Paese appena uscito da un’emergenza sanitaria e appena entrato in una terrificante crisi economica, ma evidentemente i partiti di governo non la pensano così. Pd e Movimento 5 Stelle, infatti, sono adesso alle prese con l’ennesimo compromesso per restare a galla e anche stavolta i problemi degli italiani c’entra ben poco. Che importa se tanti lavoratori aspettano ancora la cassa integrazione, se migliaia di aziende chiudono e molte sono a un passo dal fallimento, se tra un mese e mezzo ricomincerà l’anno scolastico e né gli insegnanti, né gli studenti sanno come si dovranno comportare? Al momento la priorità è cambiare il sistema elettorale, di fretta, senza schiamazzi, mentre gli italiani pensano a come rimettersi in carreggiata, giusto perché “il governo non lavora col favore delle tenebre”.

Così, i partiti di maggioranza sembrano veleggiare verso un accordo (l’ennesimo al ribasso) per mettere in soffitta il Rosatellum (che lo stesso Pd propose nel 2017, dopo il fallimento del cosiddetto Italicum) e riportare in auge niente meno che il proporzionale puro. C’è infatti chi parla di “modello tedesco” e chi si cimenta a ribattezzarlo “Brescellum” (da Giuseppe Brescia, deputato grillino, relatore del testo). Sono lontani i tempi dell’“uno vale uno” e del “vincitore la sera delle elezioni”: pur di ostacolare una probabile vittoria del centrodestra, i giallo-rossi vogliono consegnare l’Italia all’ingovernabilità, salvo trovare accordi di fortuna all’indomani del voto. Come dire, “intanto facciamo finta di scornarci, ma dopo le elezioni rifacciamo l’inciucio, alla faccia degli italiani che non ci volevano insieme”. In questo modo, Pd e 5 Stelle, campioni di larghe intese e capaci di fare compromessi con chiunque, spererebbero nell’unica chance di restare in sella. A perdere sarebbero ancora gli elettori, mortificati dalla politica del compromesso al ribasso, che ha fatto del trasformismo l’unica vera ideologia.

E le preferenze? Giammai! Quelle che un tempo la sinistra brandiva come un’arma per attaccare la tanto vituperata “legge Calderoli”, oggi appaiono come kryptonite per i cosiddetti “democratici”. Così, non solo gli italiani si ritroverebbero nuovamente con governi sostenuti da partiti che si erano giurati odio eterno in campagna elettorale, ma saranno rappresentati da parlamentari scelti (ancora una volta) dalle segreterie dei partiti o dal televoto sulla piattaforma Rousseau. Saremo presto, quindi, tutti alla mercé dei click e della Casaleggio&Associati, perché, come direbbe il ministro Luicia Azzolina, “democrazia” in Italia sta ormai diventando una parola “vetusta”.

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