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Parla Johnson: una “Nuova Gerusalemme” nel Regno Unito. Ma i privati, non lo Stato, guideranno la ripresa

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Alla fine del suo discorso al congresso dei Tories, il premier Boris Johnson non ha ricevuto la solita standing ovation dedicata ai leader del partito. Ma solo perché il suo intervento era dal vivo ma online, dato che quest’anno i Conservatori – al pari degli altri partiti – hanno stabilito di fare la loro conference annuale in modo virtuale.

A chi si chiedeva se il primo ministro britannico avesse perso il suo tocco magico dopo la malattia, Johnson ha risposto con un “sciocchezze”, ma lo speech è risuonato come una sonora pernacchia a tutti coloro che prevedevano una sua fine imminente. Si è trattato di un discorso che ha parlato a tutte le correnti del partito, e che ha connesso il passato storico dei Tories al loro presente.

Una “Nuova Gerusalemme” nel Regno Unito – Il primo ministro ha citato un ex premier laburista, Clement Attlee, parlando di una “Nuova Gerusalemme” nel Regno Unito, basata su “opportunità per tutti nella sanità, nelle case di proprietà e nel recupero delle aree svantaggiate”. Il riferimento ad Attlee è del 1945, quando l’allora leader laburista disse di voler creare una “Nuova Gerusalemme” in un Paese uscito vincitore ma a pezzi dalla Seconda Guerra Mondiale. Il suo modello era il Welfare State elaborato dal liberale William Beveridge, un sistema di assicurazioni sociali che avrebbe accompagnato il cittadino britannico “dalla culla alla tomba”. Ora Johnson attualizza le politiche di Attlee per una Nuova Gerusalemme, ma questa volta in chiave conservatrice.

Covid: presto per tornare alla normalità – Johnson si è anche dedicato alla lotta al coronavirus messa in campo dal suo governo, che molti – sia all’interno del partito che fuori – hanno considerato insufficiente. Il premier ha affermato di “non vedere l’ora che finiscano la pandemia e le restrizioni alle nostre libertà che essa ci impone” e ha ringraziato tutti coloro che nel Servizio Sanitario Nazionale si stanno sacrificando per il Paese. Delle nuove disposizioni per tutelare i pazienti delle care homes, gli ospizi colpiti duramente dal Covid, sono in cantiere.

Saranno i privati, non lo Stato, a guidare la ripresa economica – Rishi Sunak sta svolgendo un lavoro eccellente – ha affermato Boris – ma sta facendo quello che nessun Cancelliere conservatore avrebbe mai voluto fare: elargire sussidi, ampliare il raggio di azione dello Stato. I Conservatori puntano a ristabilire le condizioni per far sì che siano le imprese e gli imprenditori a guidare la ripresa economica, mentre – a detta del premier – i Laburisti, guidati da “Capitan Senno-Di-Poi Starmer” vedono nell’ampliamento delle competenze dello Stato un progresso per il Paese.

La rivoluzione verde e il wind power – Il Regno Unito sarà leader mondiale nelle energie rinnovabili e investirà 160 milioni di sterline per diventare “l’Arabia Saudita dell’energia eolica nel mondo”. Nella visione di Johnson l’eolico fornirà energia pulita alle case e alle aziende di tutti i cittadini britannici entro il 2030. Il piano dovrebbe creare da subito 2 mila posti di lavoro nelle costruzioni e oltre 60 mila legati all’energia. L’impegno del governo avviene dopo la presenza di Johnson alla settimana del cambiamento climatico a New York, nel summit in cui aveva annunciato l’impegno a proteggere la biodiversità nel Regno Unito.

Global Britain – Dopo avere presieduto il vertice mondiale dell’Alleanza per i Vaccini dedicata alla lotta al Covid, altri due eventi internazionali di rilievo si stagliano all’orizzonte per il Regno Unito. La conferenza mondiale sul clima dell’Onu a Glasgow – Cop26 – e la presidenza del G7. Johnson ha definito questi eventi “fondamentali per la cooperazione e la pace tra le nazioni”. Sulla Brexit ha rimarcato come a breve il Regno Unito tornerà a gestire la sua politica commerciale e i suoi confini in modo autonomo, mentre i Laburisti “vorrebbero ribaltare il risultato del referendum e legarci all’Ue contro il consenso del nostro popolo”.

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