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Per settimane ad accusare di razzismo mentre il coronavirus entrava nel nostro Paese

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Premessa: non sono un virologo. Non sono esperto di malattie infettive e non intendo dare consigli su come affrontare a livello sanitario l’emergenza del coronavirus.

Vorrei solo provare a riflettere sulle modalità con cui la politica italiana si è spaccata di fronte alla minaccia del Covid-19, mettendo in luce come le precauzioni per affrontarlo siano state demonizzate tramite varie accuse, tra cui spicca quella del razzismo. 

Sì, perché anche di fronte ad un fenomeno preoccupante, il governo italiano e alcuni esponenti di centrosinistra hanno finito per denunciare le misure precauzionali proposte dai governatori di Veneto e Piemonte, accusati addirittura di fascio-leghismo. La partigianeria ha insomma prevalso sul buon senso e sulla scienza, visto che anche lo stimato virologo Roberto Burioni (non certo un sovranista) aveva consigliato la quarantena per tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina. Un accorgimento semplice, che nulla ha a che vedere con il razzismo e le discriminazioni. Invece, il solito approccio ideologico di una certa sinistra è riuscito a cogliere una discriminazione anche nella quarantena, accostandola pericolosamente al razzismo. Il ragionamento, che come spesso accade distorce i fatti per farli rientrare negli schemi dell’ideologia che vede in tutto ciò che non è progressismo istanze potenzialmente discriminatorie, ha trasformato le precauzioni attuate in tanti Paesi del mondo in un attacco verso coloro che sarebbero dovuti restare in quarantena. E attenzione: perché questo accorgimento non era rivolto solo ai cinesi, ma a tutti coloro che rientravano dalla Cina. Una distinzione cruciale che fa cadere automaticamente tutte le accuse di razzismo o discriminazioni varie.

A questo approccio miope e tristemente ideologico si è poi sommata la faciloneria con cui il governo guidato da Giuseppe Conte ha affrontato il coronavirus. Ancora una volta l’esecutivo giallorosso ha brillato per incapacità e ha dimostrato di non saper gestire minimamente una situazione complessa. A fronte di tanta retorica su potenziali svolte, sull’agenda 2023 e sul nuovo umanesimo, l’avvocato del popolo e i suoi ministri si sono mostrati totalmente inadeguati ad affrontare un’emergenza. Uno dei compiti che spetterebbe alla Politica, quella con la P maiuscola. Prendere il Paese per mano, tranquillizzarlo agendo con rigore e fermezza per evitare panico e psicosi. Che invece si stanno scatenando e saranno sempre più difficili da contenere.

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