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Scuola da paura: se un concorso-sanatoria è lo specchio di un sistema statale allo sbando

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Ci sono le città d’arte, il buon cibo, la moda, i paesaggi incantati al mare o in montagna, ma anche i concorsi pubblici contribuiscono a tratteggiare l’Italia, mettendone in risalto quell’arte di sapersi arrangiare, di estrarre un coniglio dal cilindro e del barare senza però passare per peccatore, perché tanto così si è sempre fatto e fanno tutti, dunque chi sono io per non adeguarmi? Lo scemo del villaggio? Costituiscono un mondo parallelo, fatto di soffiate e amicizie, di norme su norme, ricorsi e controricorsi, che vengono promossi ancora prima che venga ufficializzato il concorso stesso. Interessano la sanità, l’amministrazione pubblica e soprattutto l’istruzione, ambito perennemente ribaltato da leggi e regolamenti che hanno comunque il merito di garantire sempre una quota consistente di status quo. E che proprio in questi giorni è tornato a far parlare di sé.

Per prima cosa occorre armarsi di pazienza perché con le modalità statali riservate alla scuola è così, anche soltanto per comprendere di cosa si tratti. Nelle ultime ore sono iniziati i sorteggi con cui stendere i calendari per le convocazioni al concorso straordinario per il “reclutamento [comandi!] a tempo indeterminato di personale docente per la scuola dell’infanzia e primaria”, approvato con il decreto dignità varato la scorsa estate dal ministro del lavoro, Luigi Di Maio. A presentare domanda sono stati 42.000 docenti in tutta Italia: sono le maestre e i maestri con un diploma magistrale conseguito entro il 2001, titolo che all’epoca consentiva di lavorare nelle scuole elementari, per le quali oggi invece è richiesta la laurea, e che con una sentenza del Consiglio di Stato erano stati estromessi dalle Gae (le Graduatorie ad esaurimento) secondo il principio per cui possono andare in cattedra, ma senza ottenere un contratto a tempo indeterminato. Con il concorso straordinario però per alcuni di loro – quelli con almeno due annualità di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni – possono continuare a sperare in un posto fisso: prima del governo del cambiamento, si sarebbe parlato di sanatoria. I preparativi ovviamente fremono.

Basta capitare su qualche gruppo ospitato da Facebook come “Gae E Gi Infanzia Primaria Lombardia” e scorrere i post che si sussegguono nelle ultime ore. La prova consiste nella presentazione di alcune slides su un argomento che viene comunicato ai candidati 24 ore prima dell’esame. Pare sia un trauma: c’è chi lamenta che il giorno precedente all’esame lavori fino alle 19 (pur non sapendo ancora in quale giorno sosterrà effettivamente le prova), chi è preoccupato perché abita in provincia di Como e deve presentarsi a Brescia, chi non ha ancora ben chiaro come funzioni l’intera faccenda. E chi è disperato per l’esistenza del programma Power Point. Suona strano nel 2019, con i bambini che sanno smanettare smartphone e tablet, con i fondi per gli investimenti informatici negli istituti, con i registri elettronici e le lavagne multimediali nelle aule, eppure il software della Microsoft appare agli occhi di molti come una versione di greco all’esame di maturità classica: un ammasso di geroglifici incomprensibili.

Così scatta il mutuo soccorso tra docenti. “Chi ha realmente bisogno per il powerpoint può tranquillamente nel gruppo sotto indicato”, recita un avviso e seguendo il link si accede ad un gruppo chiuso, “Concorso non selettivo dm.Concorso ordinario infanz-primar-sosteg 18/19”, che rappresenta la luce in fondo al tunnel informatico:

“L’invito è rivolto solo ai nuovi in quanto i vecchi componenti del gruppo ne saranno già a conoscenza. Fermo restando che metteremo altri esempi di ppt sul gruppo, per coloro che hanno problemi a strutturare stendere il powerpoint per problemi di tempo, lavorativi o semplicemente per il fatto che non sanno farlo, possibilità di essere aiutati da un ente di formazione in due maniere:

1) Uno scheletro o un’impalcatura di ppt che consente poi al docente di lavorare autonomamente per l’estrazione della traccia. Prezzo 270 sino a sabato prossimo.

2) Aiuto totale: invio di un ppt per studiare la parte generale e sapere già di cosa si parla nella prima parte del ppt. Giorno dell’estrazione della traccia, completamento del lavoro con lavorazione della traccia e restituzione del ppt al docente per il suo esame orale. Prezzo 470 sino a sabato prossimo.

Si ribadiscono che non servono polemiche sterili ed inutili. Polemizzatori saranno allontanati in pochissimo tempo”.

La voce si è sparsa rapidamente, qualcuno probabilmente ha avuto l’accortezza di far presente che non è il caso di mettere tutto sulla pubblica piazza di Facebook e così alcuni post di contenuto simile sono scomparsi da un giorno all’altro e con essi le offerte a condizioni vantaggiose: tipo 50 euro, ovviamente in nero, niente fattura perché – come fa presente una maestra contattata privatamente – sono dei “favori tra colleghi”. E poi, aggiungiamo noi, sono statale, mica un povero libero professionista sfigato. Soltanto due settimane fa il ministro dell’istruzione Marco Bussetti era finito sotto accusa per le dichiarazioni con le quali invitava i professori del sud a “impegnarsi forte” per colmare il gap con il nord. A ben vedere avevano ragione gli insegnanti a stracciarsi le vesti: alcuni stanno dimostrando un’encomiabile abilità e una determinata inventiva a rendere farsa un concorso pubblico, con buona pace delle questioni regionalistiche.