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Se anche il diritto alla studio viene calpestato dal Green Pass

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Quante volte sentiamo dire che la nostra Costituzione è la più bella del mondo? Quante volte abbiamo sentito dire dalla sinistra italiana che gli atti di Matteo Salvini, quando ricopriva le funzioni di ministro dell’interno, andavano contro la nostra Costituzione, la quale, essendo (lo ripetono sempre!) bellissima, va fatta rispettare? Per farla breve, il mainstream glorifica la Costituzione a proprio piacimento e comodo. 

E quindi, se la nostra Costituzione è tanto bella, come comportarsi con quanti si pongano il dubbio che questo Green Pass sia stato allargato in tal misura da andare a ledere sempre più diritti e libertà?

L’articolo 34 della Costituzione, per esempio, sancisce che “la scuola è aperta a tutti”. Siamo sicuri che in vista dell’apertura del nuovo anno scolastico questo enunciato verrà rispettato?

Abbiamo diversi dubbi, dopo il via libera in Consiglio dei ministri al nuovo decreto sul Green Pass, il quale pone l’obbligo del certificato anti-Covid anche per gli studenti universitari. Quindi, se vuoi seguire le lezioni in presenza devi per forza esserti vaccinato, risultare negativo ad un tampone ogni due giorni o risultare guarito dal Covid.

Tre punti per giungere ad una precisa conclusione: innanzitutto, ci sono tanti giovani che non possono o non vogliono per vari motivi vaccinarsi; poi, se uno studente dovesse sottoporsi ad un tampone ogni due giorni (prezzo 15 euro), spenderebbe 225 euro al mese (e poi vogliamo aiutare i giovani a studiare?); infine, circa 5 milioni di persone, secondo Cittadinanzattiva, non hanno ancora ottenuto il Green Pass nonostante siano guarite dal Covid.

La conclusione è che nuovamente assistiamo inermi alla sospensione di diritti fondamentali, come il diritto allo studio. E in questo caso significa, e ciò è ancora più grave, limitare la possibilità dei giovani di apprendere, conoscere e crescere.