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Tra le attività di Soleimani il “monitoraggio” delle comunità ebraiche nel mondo

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Il 6 febbraio scorso, parlando al canale tv Noor, il religioso iraniano Ahmed Abedi ha rivelato un particolare dell’attività terroristica di Qassem Solemani, il comandante della Forza Qods ucciso dagli americani in Iraq ad inizio 2020, che dovrebbe preoccupare tutto l’Occidente.

Dopo aver fatto riferimento agli “ebrei che spiano l’Iran per conto di Israele”, Abedi ha rivelato che Solemani aveva installato diversi centri di monitoraggio nel mondo per controllare “le spie sioniste”. In altre parole, Soleimani aveva di fatto messo sotto controllo non solo la comunità ebraica iraniana, a riprova delle discriminazioni che questa subisce, ma probabilmente anche le comunità ebraiche nel mondo, avendo la Forza Qods una vocazione esterna.

Sono affermazioni estremamente allarmanti, che andrebbero immediatamente verificate. Perché la storia ha dimostrato che l’Iran non solo “monitora”, ma agisce quando necessario. A tal proposito vogliamo solamente ricordare che l’attentato contro la Sinagoga di Roma del 1982, in cui perse la vita il piccolo Stefano Gaj Taché, fu compiuto da terroristi palestinesi legati ad Abu Nidal. All’anagrafe Sabri al-Banna, Abu Nidal era un terrorista che girava liberamente tra Yemen, Iran e Iraq (dove nel 1999 fu trovato morto, dopo “essere stato suicidato”.

Altro terribile attentato è stato quello del 1994 contro il centro ebraico AMIA, compiuto dai terroristi di Hezbollah, con il sostegno dei vertici iraniani e coordinati dall’allora “attaché culturale” di Teheran a Buenos Aires, Mohsen Rabbani. In quel drammatico attentato perirono 84 persone innocenti.

Dunque, meglio non sottovalutare più queste attività eversive iraniane, che prendono di mira non solo gli oppositori politici, ma appunto anche i centri ebraici e/o israeliani. Attività eversive che vengono compiute con il sostegno diretto dei “diplomatici” iraniani, come dimostrato dalla recente condanna in Belgio a venti anni di carcere del diplomatico Assadolah Assadi, ufficialmente di stanza a Vienna, responsabile di aver provato ad organizzare un attentato (fortunatamente fallito) in Francia. Assadi aveva viaggiato anche in Italia diverse volte, usando il nome falso di “Daniel”.

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