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Pandemia pretesto per un “great reset” che rischia di condannare milioni di imprese. Intervista a Marco Pizzuti

Zuppa di Porro: rassegna stampa del 30 settembre 2019

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Marco Pizzuti è un ricercatore indipendente che ha scritto finora 13 saggi, fra cui “Biografia non autorizzata della Seconda Guerra Mondiale” (Mondadori) e “I Mercanti della Salute” (Sperling & Kupfer). È stato tra l’altro uno dei collaboratori della trasmissione di ItaliaUno, “Misteri”. Il suo ultimo libro è uscito da poco e sta già facendo parlare di sé: “Biografia non autorizzata di Benito Mussolini” (UnoEditori). Con lui vogliamo affrontare il delicato tema dell’informazione nell’era Covid.

ADRIANO ANGELINI SUT: Per cui la prima domanda che mi viene in mente è relativa al cortocircuito dei partiti e delle loro ideologie di riferimento proprio in merito a quanto successo da un anno a questa parte. A febbraio dello scorso anno, di questi tempi, il centrodestra chiedeva al Governo Conte di chiudere i voli con la Cina affinché si evitasse il propagarsi del virus di Wuhan; la sinistra rispondeva andando al ristorante cinese, tutti rigidamente senza la mascherina che io chiamo museruola, a mangiare involtini primavera per non sembrare ‘razzisti’. Nel giro di qualche mese, dopo un lockdown sfiancante che ha devastato economicamente l’Italia, e la testa degli italiani, i ruoli si sono invertiti, il centrodestra chiede le riaperture (almeno di facciata è così) mentre il centrosinistra vivrebbe perennemente di ristori e divano con Netflix davanti. Ci dici qualcosa di rassicurante?

MARCO PIZZUTI: Purtroppo non ho nessuna informazione rassicurante, anzi. Se infatti c’è ancora qualche dubbio sull’origine del virus, abbiamo invece la certezza che la pandemia ha favorito l’elite finanziario-industriale mondiale, che la sta utilizzando come occasione d’oro per portare a compimento il suo progetto di “great reset” economico-sociale. Non sarà quindi la politica a decidere il nostro futuro, saranno i colossi dell’economia e della finanza. Non si tratta di “rivelazioni complottiste”, ma del programma ufficiale nell’agenda dei potenti della Terra che è stato presentato al Global Economic Forum di Davos. L’economista Klaus Schwab, fondatore e attuale direttore esecutivo del World Economic Forum ha persino scritto un saggio dal titolo “Covid-19: The Great Reset”, dove ha dichiarato espressamente che la pandemia ha un risvolto positivo perché consentirà di realizzare un nuovo ordine economico e sociale mondiale entro il 2030.

Secondo le sue teorie, questa trasformazione radicale porterà solo vantaggi perché salverà il mondo dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici. Per questo motivo il nuovo mantra che sentiremo pronunciare dai media e dalle istituzioni praticamente ogni giorno sarà “ecosostenibile”. Sembrano tutti buoni propositi, perfettamente condivisibili, ma dietro i nobili proclami c’è in cantiere un progetto per stabilire la supremazia assoluta della superclass che intende acquisire ancora più potere e spazzare via una volta per tutte la classe media. Leggendo tra le righe del saggio e spulciando gli articoli pubblicati sul sito del GEF si capisce che centinaia di migliaia di aziende medio-piccole falliranno e verranno lasciate fallire, mentre verranno salvate le grandi multinazionali dei soliti supermiliardari che, secondo i loro criteri di valutazione, si adatteranno meglio al cambiamento e all’avvento della rivoluzione industriale 4.0 (creazione di smart city, smart factory, ingresso della robotica, del 5G e dell’intelligenza artificiale in ogni ambito sociale).

Gli aiuti alle aziende colpite dall’emergenza, quindi, saranno molto selettivi e per evitare rivolte sociali l’elite ha già in programma di concedere un sussidio di povertà chiamato reddito di cittadinanza universale ai milioni di persone che perderanno il lavoro. Non a caso, il sito ufficiale del “Gruppo dei Trenta” di cui Mario Draghi è membro senior, ha pubblicato la relazione dal titolo “Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid. Designing public policy interventions”, in cui si ribadisce il concetto davosiano di “distruzione creativa” (lasciare fallire le aziende e le attività che secondo il loro punto di vista non sono meritevoli di sopravvivere). I grandi di Davos parlano addirittura di nuovo capitalismo dell’inclusione dall’anelito socialista, ma loro sono i primi ad avere dato il cattivo esempio prendendo queste decisioni che riguardano la vita di tutti senza neppure consultare i parlamenti ed escludendo il mondo intero dal loro processo decisionale. Inutile quindi darsi false speranze perché le restrizioni continueranno fino a quando l’elite non avrà fatto tabula rasa del vecchio ordine economico.

AAS: In tutto questo, il ruolo dei mass media, dai giornali alle tv, è stato non solo fondamentale per sostenere la narrazione governativa ma per infondere un vero e proprio sistema del terrore. Direi che è stato facilissimo terrorizzare gli italiani, non credi?

MP: Anche il più ipocondriaco fan della psicosi mediatica dovrebbe avere l’onestà intellettuale di ammettere che stiamo assistendo all’apoteosi del pensiero unico, perché dai media mainstream è scomparso il contraddittorio insieme al libero dibattito che costituiscono il sale di ogni vera democrazia. Tutti i virologi, gli esperti e i medici fuori dal coro sono stati messi fuori dalla porta delle televisioni mentre i più allarmisti sono stati elevati ai nuovi totem della scienza esatta.

Non è più un segreto, i grandi media appartengono ai grandi gruppi e quando si tratta di seguire le direttive dell’elite finanziaria internazionale, sono tutti opportunisticamente allineati tra loro esattamente come i partiti. In questa situazione, chi aveva interesse a diffondere il terrore non ha trovato alcun ostacolo nel farlo e siccome l’emergenza sanitaria giustifica qualsiasi cosa, quale modo migliore per costringere le medie e piccole imprese a fallire? Secondo la stragrande maggioranza delle persone nessuno avrebbe mai potuto avere il potere di gonfiare la pericolosità del virus in tutto il mondo, ma si scorda che in realtà era già successo 10 anni prima con la pandemia suina, quando l’OMS, finanziata per i 3/4 del suo bilancio dall’industria farmaceutica, aveva innalzato l’allarme fino al massimo possibile (livello 6) per un virus meno letale dell’influenza stagionale. Tutti sembrano averlo dimenticato ma anche allora tutti i media e gli esperti ospiti fissi dei salotti televisivi l’avevano descritta come la nuova spagnola. Almeno in tale occasione, “l’operazione mediatica pandemia” che aveva già spinto masse impaurite di cittadini a prendere d’assalto i supermercati come se stesse arrivando la fine del mondo, fallì prima di arrivare a questo punto.

AAS: Tu sei un autore che ha scandagliato le tecniche di manipolazione delle coscienze e che nei tuoi libri descrivi perfettamente gli apparati del consenso, come quello nazista, o comunista, che hanno convinto milioni di persone a compiere cose atroci in nome di un bene comune e generalmente considerato superiore. Solo io vedo in questo periodo storico una sinistra similitudine?

MP: In realtà è molto peggio. I regimi totalitari del ‘900 utilizzavano la forza bruta come la minaccia, l’intimidazione, la tortura, la deportazione e la soppressione fisica. Oggi invece, al tempo dei grandi media, tutto questo non serve più perché basta controllare il mondo della comunicazione mainstream per influenzare le persone. Le maniere forti provocavano rivolte e richiedevano un grande dispendio di uomini e mezzi mentre la “dittatura dolce” è invisibile alle masse che vengono continuamente raggirate per fargli credere di vivere nel migliore mondo possibile.

AAS: Parliamo di salute. Tu sei l’autore di uno dei libri più controversi ma tragicamente molto vicini alla realtà sulla salute: “I Mercanti della Salute” (Sperling & Kupfer). Qui nessuno di noi intende sminuire la portata di un virus che sicuramente è una influenza che per alcune persone si può rivelare letale. Però la domanda devo fartela: siamo davvero in presenza della peste nera? E se il Covid è la peste nera perché il nostro sistema sanitario non è stato in grado di reggere né era pronto? Davvero è stato un fulmine a ciel sereno? Te lo dico perché stanno venendo fuori, tramite articoli di giornale o addirittura inchieste, che non solo l’Italia non aveva un piano pandemico dal 2006 e il ministro della salute ne era al corrente, ma che il virus girava da ben prima del famoso paziente 1 di Codogno.

MP: Il Covid-19 non è la pesta nera ma una malattia infettiva molto contagiosa, a bassa letalità, che oggi potremmo curare come una normale influenza se non fosse per il fatto che tutte le cure a basso costo e realmente efficaci come il plasma iperimmune o la clorochina (quest’ultima solo nella prima fase dell’infezione), sono state screditate e bandite dall’establishment per mantenere lo stato di emergenza fino a quando non avrà ottenuto due scopi: controllo totale della popolazione con il pretesto di bloccare per tempo le persone infette in caso di nuove pandemie e nuovo sistema economico mondiale.

Peraltro, non è affatto escluso il dolo, perché nel famoso laboratorio di Wuhan hanno lavorato molti scienziati cinesi, francesi e americani e dell’OMS proprio allo sviluppo di virus chimera patogeni per l’uomo e ho raccolto le interviste e le testimonianze di alcuni top scientist di indiscussa fama mondiale che sono convinti dell’origine artificiale del virus. A fine marzo uscirà il mio nuovo libro-inchiesta, “Pandemie non autorizzate”, in cui ho raccolto molte prove e abbondante materiale indiziario che potrà servire da base per l’apertura di un’inchiesta giudiziaria. L’ultimo scandalo sull’insabbiamento del mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale ha dimostrato anche come l’OMS è intervenuta per coprire l’impreparazione del Governo Conte, e nello specifico del ministro della salute Speranza, che per i suoi “meriti” è stato addirittura mantenuto al suo posto nel nuovo Governo Draghi.

In tutto il mondo, inoltre, si stanno mobilitando decine di associazioni di medici e avvocati che hanno presentato denunce ed esposti alla magistratura contro l’eccessivo uso di misure restrittive da parte dei governi, ma temo che l’uso del termine “negazionismo” sia stato studiato appositamente per arrivare a bloccare tutte le indagini con una legge simile a quella sull’olocausto. Negli Stati Uniti, ad esempio, il presidente Biden ha già commemorato i morti del Covid-19 e stabilito che il numero totale dei morti è stato superiore a quello delle guerre mondiali e della Guerra del Vietnam. Il rischio, quindi, è che con il pretesto del “rispetto dell’elevatissimo numero delle vittime” (con molti dubbi che nei conteggi finiscano anche tutti i positivi asintomatici morti per altre cause), venga introdotto un reato di “negazionismo” sul Covid-19 come escamotage giuridico per fermare i molti procedimenti giudiziari già in corso.

AAS: Mi dai un veloce parere su Mario Draghi. L’ennesimo uomo della provvidenza, a quanto pare.

MP: Draghi è una copia del governo Monti sia nelle modalità con cui è stato posto al timone dell’Italia (durante un’emergenza nazionale è entrato come salvatore della patria con plebiscito parlamentare) che per i poteri che rappresenta e i club esclusivi da cui proviene. È la quinta essenza della élite finanziaria internazionale, e com’è noto ex governatore della Banca d’Italia e della Bce. Nel 2008, l’ex presidente della Repubblica Cossiga commentò così l’ipotesi di Draghi al governo: “un vile affarista, non si può nominare alla Presidenza del Consiglio dei ministri chi è stato socio della Goldman Sachs, grande banca d’affari americana e male, molto male feci ad appoggiarne e quasi imporne la candidatura a Silvio Berlusconi. È il liquidatore, dopo la famosa crociera sul Britannia, della svendita dell’industria pubblica italiana quand’era direttore generale del Tesoro e immaginati cosa farebbe da presidente del Consiglio dei ministri. Svenderebbe quel che rimane, Finmeccanica, l’Eni, l’Enel ai suoi ex comparuzzi di Goldman Sachs”. Adesso, a quasi 15 anni di distanza dalle parole di Cossiga, penso che Draghi finirà il lavoro che aveva iniziato da direttore del Tesoro, che porrà fine alla sovranità italiana e creerà le condizioni per un “great reset” irreversibile.

AAS: In chiusura non posso non farti una domanda sui vaccini. Chi ti parla è un Sì-Vax convinto. Credo che i vaccini abbiano salvato l’umanità da diverse malattie gravi e che abbiano avuto, almeno nel passato secolo, un ruolo fondamentale. Tuttavia, oggi nutro più di qualche dubbio sul vaccino lampo per un virus in fondo influenzale, che muta come ogni virus influenzale (e quindi la storiella delle varianti è semplicemente ridicola e/o strumentale a mio avviso). E, ovviamente, chi oggi nutre legittimi dubbi sui tempi e i modi di realizzazione di qualcosa di sperimentale, viene emarginato, schernito e addirittura additato. Se passa la regola del passaporto vaccinale, per quanto mi riguarda siamo di fronte a una vera e propria barbarie a cui opporsi in ogni modo. Sembra davvero uno scenario distopico di un film di fantascienza. Tu che ne pensi?

MP: L’art. 32 della nostra Costituzione, memore di quanto avvenuto sotto il nazismo, afferma: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Ciononostante, tutta la propaganda mediatica sulla salvezza del mondo ruota intorno al vaccino e quindi credo che presto verrà reso obbligatorio aggirando di fatto la norma costituzionale con il ricatto di togliere la libertà di movimento ai non vaccinati. Con ogni probabilità il passaporto vaccinale sarà approvato sotto il Governo Draghi. In Israele, ad esempio, il “green pass” è già legge e credo che ormai sia solo questione di tempo prima che venga adottato da tutti gli altri Stati. Presto dovremo convivere con una dittatura sanitaria mondiale dove nessuno sarà più padrone neppure del suo corpo. Con il pretesto di controllare tutti i focolai di nuove eventuali pandemie sul nascere, è già pronta la tecnologia per il costante monitoraggio in tempo reale delle condizioni di salute dei cittadini, della loro identità e di ogni loro spostamento. Chi si opporrà verrà criminalizzato come un pericolo pubblico, un folle e un potenziale assassino. L’emergenza giustifica tutto, anche il totalitarismo e le elite lo sanno bene.