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Banca Generali tra le prime per solidità e i tuoi risparmi sono al sicuro. Ecco come vanno gli altri istituti

Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali

Individuare la banca più solida a cui affidare i propri risparmi. E’ questa l’esigenza di numerose famiglie italiane mentre il Paese sta faticosamente cercando di lasciarsi alle spalle la pandemia e buona parte degli esercizi commerciali attendono la fine della zona rossa o arancione per riaprire. Una fase di grande incertezza e di crisi, ormai non più solo sanitaria ma anche sociale ed economica, che ha indotto italiani a una reazione molto chiara: accumulare sempre più liquidità sul conto corrente. Stando alle ultime rilevazioni di Bankitalia, infatti, nell’anno caratterizzato dalla pandemia i depositi bancari degli italiani sono saliti dell’11,6%, con un aumento in valore assoluto di circa 181 miliardi di euro. Una somma monstre che fa lievitare il totale della liquidità ferma sui conti corrente a quota 1.744 miliardi, pari quasi all’intero Pil nazionale. Non stupisce, quindi, se dalla Val d’Aosta alla Sicilia sia scattata la ricerca alla banca più solida con due grandi obiettivi: 1) mettere quanto più al sicuro possibile i propri risparmi dallo spettro di una patrimoniale che, senza andare troppo per il sottile, ha di recente consigliato lo stesso Fondo monetario internazionale come soluzione per uscire dal Covid; 2) fare fruttare il denaro, ottenendo, grazie all’aiuto di un vero consulente e della tecnologia, un rendimento in linea con il proprio profilo di rischio. Una equazione quella della massima solidità finanziaria sposata alla migliore consulenza personalizzata e della sostenibilità che vede in testa alla classifica Banca Generali, la boutique finanziaria guidata dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa. Ma vediamo come si misura in modo oggettivo la solidità finanziaria di una banca, e quindi come avere la certezza di aver scelto un “forziere” veramente sicuro per il proprio denaro.

 

Le Banche italiane in vetta all’Europa per solidità

La prima guida per individuare le realtà più solide, è fornita dalle analisi dall’Unione Europea. O meglio dalla sua authority bancaria, l’Eba, che conduce infatti periodicamente degli “stress test”, cioè delle prove sul campo, ipotizzando lo scenario peggiore per l’economia globale e valutando la reazione delle banche del Continente in base allo stato patrimoniale delle stesse. I prossimi stress test sono in programma proprio quest’anno e terranno conto degli impatti del Covid. Nel frattempo, analizzando gli ultimi dati disponibili, emerge una sorpresa: le nostre non sono le banche peggiori d’Europa. Dagli ultimi stress test condotti si evince infatti che le banche britanniche e tedesche sono quelle che soffrirebbero di più rispetto alle altre. In particolare, tra queste sono proprio tre banche del Regno Unito (Lloyds Banking Group, Barclays e Royal Bank of Scotland) ad aver riportato il punteggio più basso. Le nostre banche? Nessuna bocciata, anche se un campanello d’allarme è stato acceso per la situazione relativa al Monte dei Paschi. 

La bussola della solidità: il Cet1, ecco le banche più sicure

Guardando alle banche italiane, l’indicatore comunemente considerato per valutarne la solidità è il Cet1 (Common Equity Tier1). Si tratta di un parametro finanziario specifico del settore bancario che indica se la banca possiede abbastanza capitale proprio per fronteggiare un’eventuale crisi.  Secondo la Banca centrale europea, questo parametro deve avere un valore almeno superiore all’8% affinchè la banca sia considerata solida.

Analizzando gli ultimi bilanci delle banche italiane, fonte Bloomberg, emerge la seguente situazione: 

  • Intesa Sanpaolo 13%
  • Unicredit 15,08%
  • Banca Ifis 11,29%
  • Bper 17,7%
  • Mps 14,7%
  • Banca Generali 17,1%

(Dati al 31.12.2020)

Occorre però anche tener presente che il Cet1 non può rappresentare la cartina di tornasole assoluta della solidità degli istituti, ma è semplicemente un indice che misura il patrimonio in un determinato momento.

 

La Torre Generali nel cuore di Citylife a Milano

Dopo il Cet1, guardiamo ai bond in circolazione 

Guardando oltre il semplice dato finanziario del Cet1, però, c’è una Banca più solida delle altre. Si tratta appunto di Banca Generali: l’istituto private guidato da Mossa ha infatti un primato eccellente: è una delle poche istituzioni finanziarie europee a non aver mai collocato prestiti obbligazionari alla clientela retail. A questo si aggiunge poi un livello di esposizione della tesoreria controllato, con soli 8 miliardi investiti per lo più in governativi con duration corta. Un approccio che è oggi più che mai sotto i riflettori, dopo il recente caso Archegos che ha ben evidenziato come una leva finanziaria eccessiva sia pericolosa. Un atteggiamento, quello di Banca Generali, merito del modello di business perseguito dal suo giovane top manager che punta sulla protezione del risparmio e sulla tecnologia per accompagnare i clienti nelle scelte patrimoniali chiave in ottica futura. Non a caso, l’istituto guidato da Mossa è anche la banca italiana con il maggior dividend-yield (pari all’11%) e un dividendo di 3,3 euro per azione che verrà distribuito agli azionisti nonostante la pandemia.

 

La consulenza come carta vincente 

La scelta strategica di seguire davvero passo dopo passo, come partner di vita, grazie a una rete di consulenti unica per professionalità e risultati i progetti della clientela ha permesso a Banca Generali di triplicare le masse in gestione dal 2014, che oggi superano i 74 miliardi di euro. “Vogliamo valorizzare e farci custodi nel tempo di quanto c’è di più caro nella relazione con i nostri clienti: la fiducia”, ribadisce Mossa. Banca Generali si caratterizza infatti per l’unicità della sua offerta, che abbraccia prodotti bancari, soluzioni d’investimento, advisory e servizi esclusivi e personalizzati nell’ambito del wealth management, con una particolare attenzione all’innovazione digitale e alla sostenibilità. 

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