Esteri

Blackout Spagna, la bufala del “clima” e il troppo green: cosa è successo

Sanchez ha annunciato la creazione di una commissione di inchiesta ma emergono i primi dettagli sul disastro che ha paralizzato il Paese

Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI

La Spagna sta tornando alla normalità dopo il blackout che ieri ha paralizzato il Paese. Ma le cause del disastro verranno accertate: questo quanto promesso dal premier socialista Pedro Sanchez, che pochi minuti fa ha annunciato la creazione di una commissione di inchiesta. Parlando dopo la riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, ha spiegato che la commissione sarà guidata dal ministero per la Transizione ecologica, a capo del quale c’è la ministra Sara Aagesen. Ma già in queste ore iniziano ad emergere i primi dettagli su quanto accaduto e due dati emergono con forza: la bufala del “clima” e il troppo green.

Partiamo da una certezza: ieri non è stato registrato alcun fenomeno atmosferico insolito. Quindi questa ipotesi può essere tranquillamente accantonata: nessuna “vibrazione atmosferica indotta”, nessun fenomeno caratterizzato da “estreme variazioni di temperatura nell’entroterra della Spagna”. La conferma è arrivata dal servizio meteorologico nazionale spagnolo Aemet: “Nel corso della giornata del 28 aprile non sono stati rilevati fenomeni meteorologici o atmosferici insoliti, né si sono verificate variazioni improvvise della temperatura nella nostra rete di stazioni meteorologiche”.

Altra ipotesi da scartare è quella di un cyberattacco alle sue installazioni. “Possiamo escludere un incidente di cyber sicurezza nelle installazioni di rete elettrica e al centro di controllo di rete elettrica” la certificazione dell’operatore della Rete elettrica spagnola (Ree): ieri il sistema era “stabile” in tutte le variabili e in condizioni di sicurezza. Poi, alle 12:30, sono state rilevate due perdite di generazione di corrente in pochi secondi, che il sistema non è stato in grado di assorbire, provocando il blackout generalizzato. La causa? Probabilmente la produzione di energia solare. “Effettivamente non c’è stato alcun tipo di incursione nei sistemi di controllo che possa aver provocato l’incidente” con il massiccio blackout che lasciato senza luce, connessioni e comunicazioni quasi tutta la penisola iberica, ha spiegato Eduardo Prieto, capo delle operazioni di Rete Elettrica spagnola (Ree). L’esperto ha evidenziato che “dalle analisi che abbiamo potuto realizzare fino a questo momento, possiamo escludere un incidente di cyber sicurezza nelle installazioni e al sistema di controllo di Rete Elettrica”.

Sono in corso le analisi sulle sue disconnessioni che si sono prodotte inizialmente, pochi secondi prima del blackout, in particolare, la seconda che ha innescato la caduta del sistema allo “zero”. Prieto ha aggiunto che “bisognerà analizzare il perché si sono prodotte le due disconnessioni, la seconda in particolare che ha portato al degrado e al collasso del sistema”. E ancora: “Bisognerà verificare le cause, analizzare la potenza, l’ubicazione, le condizioni in cui si è prodotta la disconnessione”. Nessun commento, invece, sul luogo da dove si è prodotta l’interruzione della generazione di energia. Un dettaglio non secondario, perché avrebbe potuto puntare il dito contro una zona alimentata da centrali di energia rinnovabile. Si vocifera infatti che la causa del crollo arrivi dalla regione dell’Estremadura e che in quell’istante circa il 78% dell’elettricità immessa nella rete proveniva da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, nucleare).

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Proprio sulle rinnovabili sono accesi i riflettori di molti esperti del settore. Come ormai noto a tutti, la Spagna è il paese europeo che più di tutti ha scommesso sulle rinnovabili. Entrando nel dettaglio, già nel 2023 oltre il 50 per cento dell’energia elettrica spagnola proveniva da fonti rinnovabili: l’eolico (24%) e il solare fotovoltaico (14%), insieme a tecnologie come il nucleare (20,3%) e la generazione di gas a ciclo combinato (17,2%), riporta Qn. Il piano ambizioso targato Sanchez prevede l’obiettivo di raggiungere l’81% di energia da fonti rinnovabili entri il 2030. Ma attenzione: l’energia da fonti rinnovabili è instabile, intermittente, e muta a seconda delle condizioni atmosferiche. Emblematici i casi di eolico e fotovoltaico. Una contraddizione palese, se consideriamo che la rete elettrica ha bisogno di stabilità: la produzione di energia e la domanda devono sostanzialmente combaciare. In caso di squilibrio, con una sovrapproduzione, viene chiesto alle fonti rinnovabili di staccarsi dalla rete. Ed è proprio questo il meccanismo che potrebbe essere alla base del blackout. “Ciò non vuol dire che occorra abbandonare le rinnovabili, tutt’altro. Bisogna lavorare affinché la sicurezza di queste reti di approvvigionamento sia resa più sicura”, hanno aggiunto gli esperti. Un monito forte e chiaro, soprattutto per gli integralisti del mondo verde.

Anche il Telegraph ha posto l’accento sulla dipendenza dall’energia solare ed eolica che ha reso la Spagna vulnerabile al blackout di massa. L’assenza di meccanismi di inerzia tradizionali nelle fonti rinnovabili ha aggravato il crollo della rete: questo quanto ribadito dagli esperti del settore energetico al quotidiano britannico. Seguiranno aggiornamenti.

Franco Lodige, 29 aprile 2025

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