Esteri

La guerra in Ucraina

Blitz di “sabotatori ucraini” in Russia: “Ci sono ostaggi”

Un gruppo di sabotatori ucraini ha preso in ostaggio quattro civili russi. Ci sarebbe anche un morto e un bambino ferito

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Sono ore di fortissima tensione quelle che stanno intercorrendo tra Russia e Ucraina. Come riportato in mattinata dai media della Federazione, in particolare dall’agenzia Interfax, almeno 40 sabotatori ucraini sarebbero penetrati in territorio russo, più specificatamente nell’oblast di Bryansk (a circa 30 chilometri dal confine con l’Ucraina), prendendo in ostaggio quattro civili russi. Si tratterebbe di due adulti e due bambini nel villaggio di Sushany.

Pochissimi minuti dopo, gli stessi media hanno riportato la notizia di una riunione d’emergenza al Cremlino, da parte del consiglio di sicurezza nazione della Federazione Russa, poi però smentita dopo circa un’ora. Mosca già parla di un attacco terroristico, Kiev smentisce categoricamente, i servizi di sicurezza russi (Fsb) hanno affermato di essere all’opera per “distruggere i nazionalisti armati ucraini, che hanno violato i confini dello Stato”. È intervenuto anche Putin, specificando pure che “gli aggressori hanno sparato su un’auto dove a bordo c’erano bambini”. Tra i feriti si riporta anche un bambino di 10 anni, mentre un uomo sarebbe rimasto ucciso.

Per approfondire:

Il fatto si instaura in giorni particolarmente infuocati, che hanno interessato sia la Moldova che la Russia. Sotto il primo profilo, 72 ore fa, un gruppo di filorussi ha tentato di assaltare la sede del governo nella capitale Chişinău, poi prontamente respinto dalle forze dell’ordine. Successivamente, Mosca aveva allarmato circa la possibilità che i nazionalisti ucraini potessero avanzare nella regione (autoproclamatasi indipendente) della Transnistria, de iure moldava ma de facto sotto il controllo filorusso. Un’ipotesi che avrebbe portato ad uno scontro diretto tra le forze di Kiev ed i 1.500 soldati russi presenti nella regione.

Chişinău ha smentito, parlando di provocazioni di Mosca: “Le autorità statali stanno monitorando la situazione e non confermano le informazioni diffuse dalla parte russa”, si legge in un messaggio pubblicato sul canale Telegram del governo moldavo. Allo stesso tempo, invece, il Cremlino procedeva a chiudere la spazio aereo circostante a San Pietroburgo, rilevando attacchi ucraini con droni in vari oblast della parte occidentale della Russia.

Sui fatti, si pongono almeno due questioni fondamentali. La prima: fino a quanto Zelensky può contare su un controllo delle proprie forze armate? Kiev smentisce categoricamente che l’ostaggio di civili russi e gli attacchi coi droni derivino da volontà ucraine. Eppure, nella regione di Belgorod, il governatore parla esplicitamente di un drone UJ22, che appartiene appunto alle forze di Kiev. C’è il rischio, invece, che truppe ultranazionaliste – svincolate dal comando centrale – cerchino di trasformare una guerra di difesa in una vera e propria offensiva, inserendo in questa linea i 13 sabotaggi avvenuti su territorio russo da febbraio ’22 e quello in Crimea sul ponte di Kerch.

La seconda: se invece si tratta di azioni deliberatamente volute del governo ucraino, c’è il rischio che l’Occidente possa rimanere impantanato in un vicolo cieco, fornendo armi che poi verrebbero utilizzate per penetrazioni all’interno del territorio russo. E quindi violando una delle “linee rosse” che Putin ha più volte disposto per evitare che si possa arrivare ad un allargamento del conflitto. Fino ad oggi, comunque, tutte le volte che Mosca ha ventilato l’ipotesi di una guerra mondiale o l’uso della bomba atomica si è rivelato uno spauracchio, poste le difficoltà avute sul campo da parte dei russi e il rischio che un’alternativa così radicale possa freddare i rapporti tra Federazione e Cina. Nonostante tutto, vi è l’ennesima dimostrazione di come le forze ucraine (svincolate o meno dalla volontà del governo) possano colpire il cuore della Russia.

Matteo Milanesi, 2 marzo 2023

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