Esteri

Fake news o ideologia?

Butac ci “sbugiarda” dandoci ragione

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un pezzo riguardo al numero dei rifugiati ucraini e i principali paesi in cui essi sono fuggiti dall’inizio del conflitto ad oggi.

La fonte a cui abbiamo fatto riferimento è un rapporto delle Nazioni Unite, realizzato dall’Alto Commissariato, che rivela che un rifugiato ucraino su tre è scappato in Russia. Al momento, infatti, sui circa 6 milioni di rifugiati la Russia ne conta circa 2 milioni, aggiudicandosi il primato tra gli altri paesi. A seguire Polonia e Germania.

Nonostante il dato inequivocabile e la fonte più attendibile per eccellenza, Butac che come missione dovrebbe, e ripetiamo dovrebbe, avere quella di riconoscere le fake news, ha contestato il nostro pezzo.

Motivazione? Propaganda, che ora va tanto di moda quasi quanto parlare in corsivo.

La cosa surreale è che il “noto” Maicolengel scrive nel pezzo di protesta: “L’articolo (il nostro ndr) riporta il dato per come viene presentato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, ed è un dato corretto. In Russia, al momento, secondo UNCHR, si trovano quasi due milioni di rifugiati provenienti dall’Ucraina. Non ci sono dubbi in merito”.
Butac non ha dubbi quindi sulla veridicità delle informazioni che noi abbiamo riportato, ma decide lo stesso di “sbugiardarci”. In che modo? Dandoci ragione!

Una giravolta incomprensibile che i ricercatori di bufale giustificano così: “Ma questo (il dato oggettivo ndr) significa che i civili ucraini stanno coscientemente scegliendo la Russia come rifugio invece che altri paesi europei?”. E aggiungono: “La questione non può limitarsi a questo, perché pur essendo corretto quel numero, ovvio che per tanti andare in Russia fosse la scelta più facile e sicura, invece che attraversare zone in cui si sparava e bombardava”.

Motivazioni, quelle di Butac, rette su mere ipotesi sul perché e come i rifugiati siano andati in Russia. Dati e numeri incontestabili, quelli del nostro pezzo, che riportano un’oggettiva realtà senza sovrastrutture o tentativi di manipolazione.

Insomma: di fronte alle affermazioni del sedicente Maicolengel (che non sappiamo, per altro, se sia un giornalista o meno) non possiamo fare altro che voltare pagina e farci una bella risata (amara).

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