Politica

Campo largo, campo rotto: a Bari Conte bombarda il Pd

L’inchiesta sul voto di scambio terremota l’alleanza giallorossa. L’ex premier si tira fuori: “Non ci sono più le condizioni per le primarie”

Schlein Conte © Khwanchai Phanthong's Images tramite Canva.com

Più che Campo largo siamo al gran caos. L’inchiesta sui presunti voti comprati per 50 euro, che ha portato anche alle dimissioni della consigliera regionale dem Anita Maurodinoia, fa terremotare la già debole alleanza tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. La tempesta giudiziaria abbattutasi sulla politica locale ha messo in evidenza le fragilità di un rapporto collaborativo che mostrava segni di tensione, facendo così naufragare ancora di più un patto anti-Meloni che non riesce proprio a stare in piedi. 

Poche ore dopo la notizia dei 7 arresti eccellenti, Giuseppe Conte ha messo la parola fine alle “primarie di coalizione” che sarebbero dovute tenersi a Bari. In lizza c’erano Michele Laforgia, sostenuto dai grillini, e Vito Leccese, sostenuto da Pd e Verdi. Secondo l’ex premier, però, ormai “non ci sono le condizioni” per proseguire. La rottura non si lega esclusivamente alla vicenda giudiziaria, che in fondo è solo una buona scusa per colpirsi a vicenda. “Alla prima inchiesta giudiziaria – ha detto Conte, arrivato oggi a Bari – se ne aggiunge oggi una seconda in cui è coinvolto ovviamente il voto di scambio, l’inquinamento del voto, cosa che noi stiamo denunciando da tempo. Per il Movimento 5 Stelle non ci sono le condizioni per svolgere seriamente le primarie”.

Questa frattura – che segue le polemiche sul possibile commissariamento del Comune per mafia e il caso Decaro – apre a un panorama incerto per le imminenti elezioni comunali, e il rischio di una frammentazione dell’elettorato di sinistra potrebbe giovare al centrodestra. Nonostante il niet alle primarie, tuttavia, Conte ha ribadito la volontà di collaborare con realtà politiche e civiche che condividano valori di legalità e trasparenza, sostenendo Michele Laforgia. 

Intanto il Pd prova a metterci una pezza. “La vicenda di Triggiano, se le accuse saranno confermate, è gravissima – dice Elly Schlein, in serata – Voglio chiarire innanzitutto una cosa, la linea del Partito Democratico è molto chiara: non accettiamo voti sporchi. Non tolleriamo voti comprati. Chi pensa che la politica sia un taxi per assecondare ambizioni personali senza farsi alcuno scrupolo non può trovare alcuno spazio nel partito che stiamo ricostruendo, qui deve trovare porte chiuse e sigillate. C’è qualcosa che viene prima del consenso ed è il buon senso”. Difficile, però, che il rapporto in Puglia col M5S possa essere recuperato a meno di formule particolari. “Ci siamo presi l’impegno a cambiare il Pd – insiste la segretaria – e stiamo lavorando a testa bassa ogni giorno per costruire un’alternativa a questa destra. Su questa linea e sulla legalità non indietreggeremo di un millimetro”.

Ma certo la batosta è difficile da digerire. E infatti la replica all’ex premier non si fa attendere: “La scelta di Conte di uscire dalle primarie è incomprensibile. Se il Movimento 5 stelle pensa di vincere da solo contro la destra, proceda pure – fanno trapelare fonti del Nazareno – Ma abbia rispetto per la città di Bari, per gli elettori di centrosinistra e non pensi di dare lezioni di moralità a nessuno. Il Pd resta al fianco di Bari che ha già dimostrato quanto sia importante il Pd come presidio di legalità e di buona amministrazione. Siamo certi che il Pd insieme al centrosinistra vincerà di nuovo le elezioni contro questa destra”.

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