Salute

Capua e il frigo aperto, la “lezione” sul clima è da ridere

Ilaria Capua caldo frigorifero

E la fee la va. La fee, la tariffa, ma all’inglese è più elegante, sa meno di mercantile. Il tassametro, comunque, che a un certo punto la carica dei virologi utilité si era messa al collo sfilando in tutte le televisioni del regno. Avevano fiutato l’attimo, questi personaggi fin lì insospettabili, oscuri e magari chiacchierati, e hanno cavalcato la tigre, scendendone con rabbia quando lo stato concentrazionario era fisiologicamente scemato. Tutti esperti di virus: ma hanno detto per mesi, per anni la qualunque, si sono contraddetti su tutto con disinvoltura discutibile, con un cinismo a volte aberrante, li abbiamo sentiti discettare di morbi, forme di stato e di governo, sesso, scienze politiche, guerra e pace, sociologia, storia comparata, sport, musica da 30, in un Rischiatutto incredibile e osceno. Tutti con addetto stampa, consulente all’immagine, armocromista e commercialista al seguito. Tutti proiettati, sparati verso il Palazzo e i suoi derivati. E la fee saliva.

Una di loro, la Ilaria Capua dalla Florida, aveva quantificato la sua in “2000 euro più iva per 10 minuti di collegamento”: è tornata in Italia e si è ridefinita in esperta di clima. E da La7 ci impartisce, presumibilmente dietro immutato o forse ritoccato compenso, la seguente perla scientifica: “Con questo caldo, se lasci la roba fuori dal frigo e poi la mangi, stai male”: essendo una che la fee se la guadagna, una scrupolosa, aggiunge: “perché si riempie di microbi e ti viene l’intosssicazione”. Il conduttore Telese annuisce preoccupato. Ma nonna benedetta guarda giù, che ste cose ce le insegnavi col grembiule e le manone callose di una vita di lavoro, vero, onesto, senza chiederci tariffa. Eppure questo capolinea della dignità non è strano, anzi diremmo sia inevitabile: succede quando l’avidità porta a sovraesporsi, a straparlare, come quelli che “hanno niente da dire, e il tempo gli rimane”.

Questi per brevità chiamati virologi, e anche per scampare querele, sono tra le cause neppure secondarie del disastro strategico e democratico che per circa tre anni ci ha scaricati in una dimensione di guerra dimostratasi, col senno del poi, del tutto inutile oltre che eversiva. Rinchiusi, ricattati, sottoposti a somministrazioni continue: e quando gli effetti, a migliaia, si sono fatti sentire, si è preferito ignorarli. E questa setta di narcisi giù a far da foglia di fico della scienza, una scienza che non c’era, giù a garantire, ad assicurare, ad avallare, sbagliando puntualmente tutto ma con la spocchia di chi non conosce rimorso: il vaccino durerà 10 anni, assicuravano, per poi correggersi nel giro di poche ore: no, volevo dire 10 settimane. Il greenpass è strumento di sicurezza, pontificavano, e invece era utile solo ad alimentare l’illusione della sicurezza. I vaccini immunizzano, giuravano, e sapevano che non immunizzavano un accidente. E, da veri uomini di scienza, condivano il tutto con insulti da trivio sorci, cani, merde, stronzi, vi facciamo fuori, ritardati, handicappati, sparatevi, falliti, miserabili, insomma i congressi Solvay del 1927, stesso livello qualitativo ed espressivo.

Adesso, fiutando la nuova occasione repressiva, questi figuri tornano. Irresponsabili più di prima. Il nuovo gancio è il clima, sono i cambiamenti climatici che ci sono perché ci devono essere, punto e basta, che sciolgono i semafori, le piste di atterraggio, violentano le donne (pure questo ci è toccato di leggere), determinano le ondate migratorie, fanno venire i virus che fanno venire i cambiamenti climatici, chiedono la rivoluzione anticapitalista perché il clima cambia per colpa dell’uomo. Quindi l’unica cosa da fare è rinchiudere tutti, stato di emergenza, crisi permanente, multe e punizioni non solo per chi non si adegua, anche per chi eccepisce. Il clima come la pandemia, un campo di Agramante dove vince chi più odia, chi urla di più, chi meno ragiona, chi ha in mano le briglie della censura.

Tutto come prima, come sempre. Gli ex virologi, oggi viroclimatologi, non hanno smesso la loro violenza anche infantile, uno di loro ha pubblicato una vignetta con i “negazionisti” in campo di concentramento, avvolti da filo spinato. Poi vuol denunciare, lui, quelli che lo segnalano. La Antonella Viola vuole proibire il calice? Vuole risomministrare (caposala, ri-vaccino? Rivaccini, virologa, ma… un po’ più a sinistra!”) chi si è sierato dopo le 4 del pomeriggio. Quest’altra, dalla Florida con la fee, per non restare indietro avverte con la esaltazione ispirata dei posseduti dal demone scientifico: se lasci la roba fuori dal frigo poi t’intossichi. Questa è la scienza, questi sono i suoi sacerdoti! E concludono: poi provate a negarli, questi cambiamenti climatici. Dalla banana marcia ai 400 alberi saltati a Milano, fino ai roghi che saranno appiccati, sì, dai soliti piromani mandati dalla mafia, però è colpa dei cambiamenti climatici.

https://twitter.com/adrianaspappa/status/1684206509578768384?s=48&t=jRnAPrT3XG5IRV4y0Z_xrg

Non risulta un tale livello di delirio nel resto del mondo conosciuto, nemmeno nell’America profondamente woke. Non risulta un simile abuso dell’informazione pubblicitaria e propagandistica. E, spiace doverlo riscontrare, ancora una volta davanti a tanta furia, a tanta discriminazione, al manifesto tentativo di annientare qualsiasi discussione, confronto, dissenso, chi al governo tace, fa finta di niente. Evidentemente giudica il tutto funzionale a certi scenari. Ma il potere si perde anche così, per sciocco abuso di potere, per saturazione repressiva, come la parabola del banchiere di Dio avrebbe dovuto insegnare.

I cambiamenti climatici spiegati facile: Ilaria Capua e il frigo aperto. La colpa è anche, molto, troppo, delle testate giornalistiche che non sanno rinunciare a personaggi del genere, neppure oggi, a credibilità sotto i minimi. Tutto si tiene e si tiene nel peggio, mezzo governo ragiona come Carola Rackete, Bonelli, Luca Casarini, Elly Schlein, impongono “soluzioni” che costano migliaia di miliardi senza dire, senza spiegare come trovare i soldi, come realizzarle, a cosa serviranno. Sull’onda si perde la rotta, uno spettacolo già visto. Ma quello spettacolo ci stritolava. Sarà anche vero che non essendoci opposizione Giorgia Meloni può comandare in souplesse, ma a questo punto la domanda è la seguente: fuori da qualunquismi e complottismi, ha davvero ancora senso distinguere in regime e opposizione, potere e sottopotere se tutti sembrano orientati all’unica soluzione dell’isteria e del controllo, se questi caratteristi in fama di scienziati possono minacciare, possono mostrare i dissidenti come prigionieri del lager e nessuno dice niente?

Max Del Papa, 27 luglio 2023

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