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Caro Sallusti, su Covid e No Vax ti sbagli di grosso

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Ho sempre stimato Alessandro Sallusti, soprattutto sul piano del suo autentico garantismo. Garantismo che, come in molte altre faccende umane, porta i suoi sostenitori a coltivare la pianta sempreverde del dubbio. Dubbio che, tuttavia, non sembra aver minimamente sfiorato il direttore di Libero in questi tre, lunghissimi anni di folle pandemia. Tant’è che, ascoltando il suo podcast pubblicato su queste pagine nei giorni scorsi, sembra che egli abbia assunto in blocco l’intera narrazione ufficiale con la quale, ancora oggi, viene giustificato l’ingiustificabile: il vulnus costituzionale ai danni delle nostre libertà basato su alcuna sostanziale evidenza scientifica. Ciò è dimostrato in modo incontrovertibile dai numeri raccolti e analizzati durante l’intera pandemia, oltre all’esperienza di quei Paesi che, pur non avendo adottato le nostre restrizioni alla cinese, vantano dati sanitari migliori dei nostri.

Eppure Sallusti, che come tanti altri illustri opinionisti, dà l’impressione che gli stessi numeri non li abbia mai letti, se la prende proprio con chi, sin dall’inizio dell’angosciante vicenda virale, ha espresso dubbi a ragion veduta, tra cui il sottoscritto.

Dubbi fondati in primis su una balla colossale che ancora oggi appare diffusa in tutta la società italiana; ovvero che il Covid-19 fosse una malattia mortale, quando già nella forma più aggressiva della prima versione del coronavirus il 95/96% dei soggetti che lo incontravano erano asintomatici o paucisintomatici. Di fatto, come disse con estrema chiarezza il professor Bernabei nella primavera del 2020 – all’epoca membro del Comitato tecnino scientifico – , i rischi di sviluppare una malattia grave erano circoscritti alle persone molto anziane e/o affette da tre gravi patologie pregresse in su. Ed è da questi dati, di cui chiunque poteva venire a conoscenza, che chi scrive ci mise qualche giorno per passare dalla linea ancora oggi interpretata dall’ottimo Sallusti ad un crescente scetticismo in merito a quanto ci veniva propinato a colpi di propaganda e di decreti liberticidi.

Io e tanti altri, che non hanno mai messo in discussione la validità dei vaccini in senso generale, non ci sentiamo come i terrappiattisti se continuiamo a pensare che quelli prodotti in fretta in furia per il Sars-Cov-2, in particolare i costosissimi sieri a mRna, non siano efficaci come ce li hanno descritti. Vaccini per un virus estremamente mutevole sui quali luminari del campo come Giulio Tarro e il compianto Nobel Luc Montagnier avevano espresso parecchi dubbi sin dall’inizio. Vogliamo considerare terrapiattisti pure loro, caro Direttore?

E dal momento che gli stessi vaccini hanno poi dimostrato l’assoluta falsità della famosa affermazione di Mario Draghi, secondo cui chi non se li faceva inoculare sarebbe morto o avrebbe fatto morire, oltre al fatto che essi non bloccavano affatto la diffusione del contagio, vorrei sommessamente porre al buon Sallusti una semplice domanda: a cosa e a chi è servita l’abominevole imposizione di una lasciapassare sanitario, il quale ha creato di fatto un surrettizio obbligo vaccinale per tutti, se non c’era alcuna ragione per farlo?

Il nostro tira in ballo le presunte fortune mediatiche costruite da chi ha contestato, in tutto o in parte, l’impalcatura politico-sanitaria con cui è stata gestita la sporca faccenda del Covid-19. Personalmente posso tranquillamente affermare, dato che sull’argomento ho pubblicato alcune centinaia di articoli, che la mia situazione economica è rimasta immutata, mentre a causa degli insensati arresti domiciliari imposti nel 2020 dalla coppia Conte/Speranza, per lo stress ho sviluppato una forma molto seria e rarissima di herpes-zoster bilaterale, di cui ancora oggi soffro per i postumi. In questo senso mi considero una vittima collaterale di ciò che ancora dopo tre anni per molti ha rappresentato una guerra contro il coronavirus, quando in realtà si è trattato di una guerra brutale, a scopo di lucro, contro le nostre intangibili libertà costituzionali.

In conclusione, ho l’impressione che in questo strano e tragico conflitto sanitario stia emergendo la stessa visione farlocca che da decenni ci viene propinata da una ben definita cultura politica, secondo cui a liberare l’Italia dal nazi-fascismo un ruolo importante lo avrebbero avuto le sparute bande partigiane che operavano nel Nord del Paese, quando in realtà è solo grazie alla strapotenza militare degli Alleati che fu ripristinato il sistema democratico. Ebbene, nella fattispecie, gli stessi numeri citati all’inizio sembrano indicarci che a vincere la guerra contro un virus banale per la stragrande maggioranza delle persone sia stato essenzialmente il loro efficiente sistema immunitario, così come è sempre accaduto da millenni con analoghi virus respiratori. Mentre i citati vaccini, che tra i sani sembra che abbiamo prodotto più danni che benefici, secondo il principio medico “primum non nocere”, avrebbero dovuto essere indirizzati alla fascia più fragile della popolazione, al pari di ciò che si è sempre fatto con l’influenza stagionale.

Claudio Romiti, 23 febbraio 2023

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