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Che vergogna quei soldati lasciati soli dallo Stato - Seconda parte

Essere presenti significava continuare a rendere il doveroso omaggio ai nostri morti in quella terra lontana, morti per dare speranze di vita ad un paese martoriato, per ricostruire le infrastrutture e i servizi necessari, per dare la possibilità alle bambine e alle donne di istruirsi e acquistare maggiore dignità e rispetto e per tanto altro. Essere presenti significava ribadire alle famiglie dei caduti non vi dimenticheremo, non dimenticheremo chi ha offerto la vita per rispettare il giuramento alla Patria. Già, la Patria, quella parola che per tanti, molti, oggi ha connotati politici da censurare. Eppure essere presenti al rientro in Italia del Tricolore significava far sentire, al di là dei discorsi retorici e delle parole ufficiali, l’affetto di un Paese nei confronti dei suoi figli con le stellette.

“Mi vergogno”, scrive ancora su Facebook il generale Rossi “Mi vergogno soprattutto come Italiano, cioè come cittadino di un Paese che non ha avuto la sensibilità di pensare ai nostri figli, mentre con gli Europei di calcio in corso su tanti balconi sventola il Tricolore”. ‘Io non mi sento italiano’, cantava Gaber, ‘ma per fortuna e purtroppo lo sono’.

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