Il Parlamento tedesco ha recentemente fatto un deciso passo avanti verso il riarmo del Paese, segnando una svolta storica nelle politiche finanziarie e difensive della nazione. In un voto, che ha visto il consenso di SPD, CDU–CSU e i Verdi, sono state approvate modifiche costituzionali che permetteranno di superare il freno al debito e effettuare investimenti consistenti nel settore della difesa, nelle infrastrutture e nei Laender.
Il voto tedesco
Il nuovo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, riscuote un notevole successo dunque, avendo ora la possibilità di procedere con il piano di riarmo precedentemente annunciato. La presidenza del parlamento ha reso noto che la votazione si è conclusa con 513 voti a favore e 207 contrari, superando così la soglia dei due terzi richiesta per le modifiche costituzionali. Il prossimo step vedrà il provvedimento sottoposto all’esame del Senato federale, con la votazione prevista per il 21 marzo. Cdu e Spd possono contare su 41 voti dei loro Lander, e i restanti cinque dovrebbero essere garantiti dalla Csu in Baviera. Insomma: i giochi sembrano ormai fatti. La Germania dà dunque il via ad un indebitamento illimitato per equipaggiare meglio l’esercito e fornire armi all’Ucraina. Crea un fondo speciale da 500 miliardi di euro, della durata di 12 anni, per le infrastrutture (reti elettriche, ospedali, strade, ferrovie). E garantisce un minimo di flessibilità a enti locali e regioni, che potranno godere di un deficit dello 0,35% mentre fino a ieri erano costretti al pareggio di bilancio.
La manovra di Cdu e Die Linke
Raggiungere il risultato non è stato semplice. Le elezioni anticipate per il Bundestag avevano infatti rischiato di mandare tutto a monte: la CDU/CSU ha vinto senza dubbio, ma il successo dell’Afd e il raddoppio dei voti per la Die Linke hanno mostrato un chiaro mutamento nell’orientamento elettorale. Mentre Merz negoziava la formazione di un governo di grande coalizione, CDU e SPD hanno quindi orchestrato quello che potrebbe essere interpretato come una sorta di golpetto per realizzare cambiamenti costituzionali prima che il nuovo Bundestag entri in carica.
Il nocciolo della controversia ruota attorno alla creazione di un fondo per le infrastrutture del valore di 500 miliardi e alla modifica delle rigide regole tedesche sul debito per permettere maggiori spese militari in modo illimitato. In totale, si parla di un bazooka di spesa da mille miliardi su cui né l’Afd né Die Linke si sono detti d’accordo Per attuare tali cambiamenti, come visto, era necessaria una maggioranza dei due terzi che poteva essere più facilmente raggiunta con il vecchio Bundestag, quello delegittimato dal voto, mentre col nuovo Parlamento sarebbe stato impossibile visto l’aumento di parlamentari di estrema destra ed estrema sinistra.
Tale manovra, per quanto possa apparire legittima sotto il profilo procedurale, legittimità confermata anche dalla Corte Costituzionale tedesca che ha respinto i ricorsi di Afd e Die Linke, solleva importanti questioni sulla salute delle democrazie occidentali e il rispetto del voto degli elettori visto che il Parlamento uscente aveva già ricevuto un chiaro segnale di disapprovazione dai cittadini tedeschi. Intanto, però, i giochi sono quasi fatti. E la Germania, dopo aver predicato (per gli altri) austerità in ogni dove, adesso si prepara a spendere e spandere. Il mondo è cambiato.